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Roberta Repetto

Torturata e morta per l’asportazione di un neo: “Giustizia per Roberta Repetto”

Pubblicato il 30 Giugno, 2022

Aveva 40 anni. Soltanto 40 anni. E’ stata strappata via ai suoi affetti da un melanoma scoperto due anni dopo l’asportazione di un neo sulla schiena. Ma non doveva andare così e adesso si chiede che chi ha provocato la tragedia paghi.

Il sostituto procuratore Gabriella Dotto, nell’ambito del processo con rito abbreviato per la morte della chiavarese Roberta Repetto, ha chiesto 16 anni di reclusione per il cosiddetto santone del centro Anidra, Paolo Bendinelli, 14 per Paolo Oneda e 10 per Paola Dora. 

I tre sono imputati di omicidio volontario in concorso.

L’intervento di asportazione del neo alla quale si sottopose la donna fu eseguito dal medico bresciano Paolo Oneda senza anestesia e sul tavolo da cucina del centro Anidra di Borzonasca.

La 40enne fu curata per due anni con tisane zuccherate e meditazione e morì a ottobre del 2020 nell’ospedale San Martino di Genova, dove era arrivata ormai in condizioni disperate.

Bendinelli è accusato anche di violenza sessuale e di circonvenzione di incapace, reato quest’ultimo che secondo l’accusa il santone avrebbe commesso insieme con la legale rappresentante del centro Anidra Maria Teresa Cuzzolin per cui la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio.

Roberta Repetto

Il 7 luglio parleranno i legali degli imputati che nell’udienza fiume di martedì avevano respinto tutte le accuse.

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