Gli rubano la moto e la ritrova sui social

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La moto rubata

Finisce nei guai per una moto rubata e finita sui social. La Polizia Stradale di Cellole ha eseguito un ordinanza di applicazione di misura cautelare personale — arresti domiciliari – emessa dal GIP di Tribunale Ordinario di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della Procura. L’arrestato, C.G., dovrà rispondere di Ricettazione, Resistenza a pubblico ufficiale e Minaccia aggravata.

Il furto della moto

Le indagini hanno avuto inizio a seguito di una denuncia di furto di un motociclo avvenuto il 22 agosto 2020 in Sperlonga (LT), presentata presso il Distaccamento della Polizia Stradale di Cellole, è stata attivata un’attività d’indagine che ha portato all’individuazione di soggetti operanti nei territori di Mondragone e Castel Volturno, dediti ai furti di veicoli e motoveicoli in genere, nonché alla ricettazione e al riciclaggio degli stessi.

La ricerca sui social

Una mirata ricerca effettuata sui vari social network dal denunciante, aveva portato all’individuazione di una pagina Facebook su cui venivano pubblicati post relativi alla compravendita di motoveicoli, tra cui vi era una Honda XADV che, per il colore, chilometri percorsi, anno di costruzione e altri piccoli particolari riconduceva al veicolo oggetto di furto.

Sempre attraverso la pagina Facebook iniziava una trattativa col venditore seguita dagli uomini della Polstrada, basata sul pretesto di dover riparare un analogo motoveicolo fortemente danneggiato a seguito di un grave sinistro, poi conclusasi con un incontro di persona.

All’incontro si presentava il genero del denunciante quale acquirente e il venditore, poi identificato per un noto pregiudicato di Mondragone. Quest’ultimo asseriva che per quella moto erano interessate molte persone e, pertanto, l’affare si doveva concludere al più presto.

Le minacce

In tale contesto precisava di aver annotato il numero di targa del veicolo del potenziale acquirente e, essendo lui “n’omm e miezz a via”, nel puntualizzare che era da poco uscito dal carcere, con chiaro intento intimidatorio affermava che non avrebbe avuto alcun problema a rintracciare lui e la sua famiglia in caso di “sgarro”. 

A tal punto la trattativa si concludeva con l’intesa che l’acquirente avrebbe noleggiato un furgone per prelevare la moto in quanto la stessa non poteva circolare perché priva di targa.

Lo scambio e l’arresto

Tale furgone veniva monitorato dal personale della Polizia Stradale di Cellole fino alla localizzazione del sito ove si trovava il citato motociclo.

Al momento dello “scambio” concordato, gli operatori della Polizia stradale intervenivano prontamente ma subivano l’aggressione del malfattore e di un nutrito gruppo di abitanti della zona che, riversatisi in strada con bastoni e mazze di ferro, si opponevano al fermo del medesimo.

Il pregiudicato veniva comunque bloccato ed identificato dal personale della Polizia di Stato operante. 

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Giovanna Giaquinto

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