Pubblicato il 31 Marzo, 2022
Porto di Genova. Questa mattina, dalle ore 6, il varco Etiopia è presidiato e bloccato. Indice la protesta il gruppo Usb, che manifesta contro le navi delle armi. Si legge su uno degli striscioni: “Blocchiamo la filiera della morte”. Proprio a ponte Etiopia, una volta al mese arriva una delle navi della compagnia saudita Bahri, che si occupa del traffico di armamenti. Dai porti italiani, le armi raggiungono i luoghi della guerra. La nave Bahri Jeddah avrebbe dovuto attraccare proprio oggi, ma si riscontra un ritardo di qualche giorno (Guarda il video).
L’assemblea contro il traffico di armi
Il varco Etiopia sarà bloccato fino alle ore 10 e 30, orario di un’assemblea che avrà luogo al Cap di via Albertazzi: si parlerà, appunto, di guerra e traffico di armi. Interverranno Luciano Vasapollo, professore di economia politica internazionale alla Sapienza di Roma, Michele Lancione, docente al politecnico di Torino, Chef Rubio, ovvero Gabriele Rubini, ma anche i rappresentanti del Calp e dell’osservatorio Weaponwatch.
Porto di Genova: una marcia per la pace
Un presidio di protesta sotto la Prefettura è organizzato per le ore 17. Sabato 2 aprile, poi, a partire dalle 15 in piazza San Lorenzo ci saranno l’arcivescovo di Genova Marco Tasca, il vescovo di Savona Calogero Marino, nonché i portuali del Calp, Pax Christi, le Acli e l’Arci, cui si uniranno altre associazioni. In seguito avrà luogo una marcia per la pace fino al Porto antico: sventoleranno le bandiere della pace e sarà consegnato all’autorità portuale di un appello-denuncia, per mezzo del quale le associazioni chiedono maggiore trasparenza relativamente ai carichi di armamenti, nonché il divieto di transito nel porto.
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