L’opinione di Enzo Guarnera
Il 29 agosto del 1991, quando venne ucciso Libero Grassi, io mi trovavo a Palermo per ragioni legate al mio impegno politico.
Poi presi parte ai funerali, e successivamente mi capitò di essere il difensore di colui che guidava l’auto nella quale vi era l’autore materiale dell’omicidio.
Si, perché l’autista divenne un collaboratore di giustizia.
Nello stesso anno, assieme ad altri amici, fondammo la prima associazione antiraket catanese, denominata “Asaec-Libero Grassi”.
Questo ricordo personale mi induce a riflettere su cosa è accaduto dopo.
Sono sorte numerose associazioni dello stesso tipo, purtroppo non tutte votate a contrastare la illegalità e meritevoli di sostegno.
Alcune hanno colto l’occasione per fare soldi, acquisire immeritati riconoscimenti, onori e prebende.
Qualche esponente ha fatto carriera attraverso una gigantesca opera di mistificazione.
Un nome valga per tutti: Antonello Montante.
Allora, per ricordare degnamente Libero Grassi, occorre rilanciare e potenziare le associazioni che operano con intenti di assoluta e genuina trasparenza, denunciando quelle che ne disonorano la memoria.
La logica e la cultura della mafia possono annidarsi nella finta Antimafia.
Enzo Guarnera
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