« Torna indietro

Omicidio Roberta Siragusa, arriva la sentenza: “Bruciò viva la 17enne, non si è mai pentito”

Pubblicato il 13 Ottobre, 2022

Secondo l’avvocato della famiglia di Roberta Siragusa il suo assassino, Pietro Monreale, non si è mai pentito di ciò che ho fatto né ha mai chiesto scusa alla famiglia.

L’assassinio dell’adolescente di appena 17 anni suscitò grande terrore e indignazione nel piccolo paese di Caccamo, anche per le modalità brutali con le quali la ragazza fu uccisa.

Tantissime le prove schiaccianti nei confronti del 21enne Pietro Monreale, il suo ragazzo. Innanzitutto i carabinieri contarono ben 33 episodio violenti commessi dal ragazzo nei confronti della vittima durante la loro relazione e inoltre un video riprese la sua auto a poca distanza dal corpo della 17enne che bruciava. Come se non bastasse furono trovate tracce di sangue di Roberta nell’auto del 21enne.

Assassinio Roberta Siragusa: arriva la condanna

La Corte di Assise di Palermo ha emesso il suo verdetto di condanna: ergastolo per Pietro Monreale e risarcimento di 225mila euro per Iana Brancato, madre di Roberta, 229mila euro per Filippo Siragusa, il padre, 209mila per il fratello Dario Siragusa e 117mila euro per la nonna Maria Barone, più 15mila euro per il Comune di Caccamo.

La terribile ricostruzione dell’agghiacciante femminicidio

Il femminicidio si consumò nella notte tra il 23 e il 24 gennaio del 2020, un giallo che fu risolto in pochi giorni. Il ragazzo, Pietro Monreale, aveva raccontato una storia molto fantasiosa secondo la quale la fidanzata, dopo un litigio, si sarebbe data fuoco per poi cadere in una scarpata. Lo stesso Monreale, per dare una parvenza di credibilità alla sua storia, inviò dei messaggi alla fidanzata ormai morta, nella speranza di sviare le indagini.

I militari, dopo le indagini, chiusero rapidamente il cerchio proprio intorno al 21enne incastrato da una telecamera, che riprese la sua auto a pochi metri dal luogo dove il corpo della ragazza fu dato alle fiamme.

Secondo le indagini la coppia, dopo una cena con gli amici, si sarebbe appartata vicino ad un campetto di calcio per discutere, poiché lui non accettava l’idea che lei potesse lasciarlo.

Durante una lite lui quindi la colpì con un sasso, le gettò addosso del liquido infiammabile e la bruciò viva. Caricò poi il corpo carbonizzato nell’auto e lo gettò in un dirupo e il giorno dopo si recò dai carabinieri raccontando una storia inverosimile.

“La sentenza di condanna nei confronti di Pietro Morreale non servirà a riportare in vita Roberta – commenta il legale dei familiari di Roberta Siragusa – ma certamente gli renderà giustizia”.

About Post Author