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Orrore in Canada, una scia di morti e feriti. Ritrovato morto il primo killer, è caccia all’altro

Pubblicato il 6 Settembre, 2022

Una terribile strage ha sconvolto la piccola provincia canadese del Saskatchewan, dove abitano circa 3.400 persone dedite all’agricoltura, alla caccia e alla pesca, sulla quale si è abbattuta la follia di due fratelli: Damien e Myles Sanderson, rispettivamente di 31 e 30 anni.

Nella notte tra sabato e domenica, per motivi ancora da chiarire, i due hanno bussato casa per casa per poi attaccare i malcapitati con coltelli. Il bilancio finale è pesantissimo: 28 persone accoltellate, di cui 10 morte e 18 ferite. Myles Sanderson lo scorso maggio era ricercato dalla polizia locale nell’ambito di un programma chiamato “Crime Stoppers”, ma non si sa esattamente quali erano le accuse contro di lui.

Sono ben 13 le scene del crimine e, considerando la dinamica, gli inquirenti sostengono che i due killer conoscessero le loro vittime, anche se non escludono che alcune persone sono state accoltellate a caso.

Strage in Canada: uno dei due killer ritrovato morto

Intanto nel paese è partita la caccia all’uomo più imponente degli ultimi anni, anche se uno dei due killer è stato ritrovato morto nella James Smith Cree Nation. Si tratta di Damien Sanderson mentre il fratello, Myles, sarebbe in fuga a bordo di una Nissan Rogue nera e secondo gli investigatori potrebbe essere ferito.

Rhonda Blackmore, comandante della Royal Canadian Mounted Police nel Saskatchewan, ha spiegato: “Damien ha ferite visibili, ma al momento non si ritiene che siano autoinflitt. Myles Sanderson – aggiunge Blackmore – ha una lunga serie di procedimenti penali per reati contro la persona e la proprietà. È armato e pericoloso”.

Justin Trudeau: “Crimini orribili e scioccanti”

Nella storia del Canada non si ricorda una strage così cruente e violenta e anche il premier canadese, Justin Trudeau, ha espresso il suo più profondo dolore per questi crimini che definisce “orribili e scioccanti” promettendo il massimo impegno per garantire alla giustizia l’altro killer ancora in fuga.

Bobby Cameron, uno dei leader della Federation of Sovereign Indigenous Nations, punta il dito contro la droga che contamina le comunità locali: “Questa è la distruzione che affrontiamo quando droghe illegali e dannose invadono le nostre comunità. Chiediamo a tutte le autorità di collaborare con i capi locali per creare comunità più sicure e più sane”.

Gli attacchi hanno avuto luogo in una zona piuttosto povera dove vivono principalmente le comunità native, costrette a vivere ai margini del paese in condizioni precarie.

I nativi negli ultimi decenni hanno subito vari tipi di abusi, finiti sotto i riflettori dove la visita in Canada del Papa che ha chiesto scusa per le violenze perpetrate dalla Chiesa e per farsi perdonare ha baciato la mano di una donna nativa americana.

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