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Piemonte, stretta su centri commerciali e scuole, torna didattica a distanza

Pubblicato il 20 Ottobre, 2020

Il Piemonte vara la stretta per frenare i contagi Covid, oggi 1396 sia pure con il record di tamponi, per la prima volta oltre 13 mila in un giorno: chiusi nel weekend i centri commerciali, didattica a distanza al 50%, a rotazione, per 135 mila studenti dalle classi seconde alle quinte delle superiori, nuove limitazioni alla movida a Torino, per il momento in tre aree considerate più critiche.

Le misure restrittive su commercio e scuola sono contenute nell’ordinanza firmata dal presidente della Regione Alberto Cirio” per evitare un lockdown generalizzato – spiega – e permetterci di non chiudere bar, ristoranti, negozi, parrucchieri”. Domani sarà la sindaca Appendino a firmare l’ordinanza della Città con misure che, dopo uno scambio di opinioni con il ministro dell’Interno Lamorgese, le associazioni di categoria e le circoscrizioni, potrebbero essere estese ad altre zone del capoluogo piemontese solitamente più animate di notte. “La ratio dei provvedimenti – precisa la sindaca – è non generare assembramenti, bisogna fare un lavoro capillare e chirurgico, dialogando. Non si tratta certo di chiusure. Le aree individuate non saranno zone chiuse”.

La linea regionale – spiega Cirio – è ispirata a “rigore e prudenza, ma anche buon senso”, le misure sono state varate considerando anche, come nel caso del commercio, quelle adottate dalla confinante Lombardia. “Se non chiudiamo i nostri centri commerciali – osserva il presidente del Piemonte – rischiamo che nel fine settimana si riversino molte persone dalla regione vicina”.    I provvedimenti sono stati messi a punto dopo il confronto, in videocollegamento, in seno al comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico, presieduto dal prefetto Claudio Palomba e allargato anche a rappresentanti dell’Ufficio scolastico regionale e dell’Agenzia per la mobilità.

Il taglio alle lezioni in presenza sarà attuato da lunedì 26 ottobre. Scelta dettata dal numero crescente di contagi in ambito scolastico: 1155 nell’ultimo mese, metà dei quali riguardano studenti delle superiori. Insufficiente, quindi, imporre ingressi e uscite scaglionate dalle scuole: il rischio di diffusione si annida soprattutto – secondo la valutazione degli esperti – sui mezzi di trasporto affollati. “L’obiettivo – spiega Cirio – è quello di avere 75mila ragazzi in meno in giro sui mezzi pubblici perché se la scuola è un luogo sicuro non possiamo dire lo stesso per i trasporti”.

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