“Discopatia lombare” è una dicitura generica che indica una serie di alterazioni del disco intervertebrale, struttura cartilaginea posta tra due vertebre.
Ogni disco si compone di due parti: una centrale, detta nucleo polposo, e una periferica, l’anello fibroso. Quest’ultimo contiene il nucleo polposo e, fissandosi ai corpi vertebrali (le parti più grandi e resistenti della vertebra, di forma cilindrica), li tiene uniti fra di loro.
Il sistema dei dischi intervertebrali è estremamente importante, sia nella statica che nella dinamica della colonna vertebrale: agiscono come cuscinetti elastici, rendendo possibili i movimenti della colonna e ammortizzando i traumi. Le alterazioni patologiche dei dischi comportano limitazioni più o meno marcate nei movimenti della colonna, spesso accompagnate a sintomi dolorosi anche molto intensi.
La discopatia di tipo degenerativo (di cui soffriva Piero Angela) colpisce sia l’anello fibroso che il nucleo polposo del disco.
Il nucleo si assottiglia e perde gradualmente la sua funzione: di conseguenza l’anello fibroso riceve dal nucleo stesso e dai corpi vertebrali stimoli eccessivi. L’anello può spezzarsi in uno o più punti e attraverso queste fratture fuoriesce il nucleo polposo. Questo processo porta a una riduzione dello spessore del disco. Alla degenerazione discale si aggiungono poi alterazioni dei corpi vertebrali: si formano cioè proliferazioni di tessuto osseo sui margini delle vertebre, che si saldano l’una all’altra. Il fenomeno nel suo complesso viene definito discoartrosi.
A seconda del livello di deterioramento del disco, si definiscono quattro livelli di gravità: da lieve a severa.
Quando il dolore lombare è acuto, la sofferenza può essere estremamente intensa e il paziente fatica a mantenere la posizione eretta. Oltre alle fasi acute può esserci un dolore cronico. Nei casi gravi di discopatia degenerativa si arriva a una condizione di invalidità, con una mobilità notevolmente ridotta degli arti inferiori. La discopatia lombare viene curata con antifiammatori e analgesici, miorilassanti, infiltrazioni di cortisonici, ozonoterapia. Se il dolore diventa cronico può essere molto utile un trattamento fisioterapico. Nei casi più gravi si ricorre all’intervento chirurgico.
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