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Secondo i dati resi noti dall’Osservatorio Asaps sono in aumento in Italia i casi gravi di pirateria stradale.

Pirateria stradale: nel 2019 + 12,3% rispetto all’anno precedente

Pubblicato il 6 Luglio, 2020

Secondo i dati resi noti dall’Osservatorio Asaps sono in aumento in Italia i casi gravi di pirateria stradale.


Secondo un rapporto che mette a confronto l’anno 2019 con quello che lo ha preceduto si osserva un aumento di incidenti a opera dei pirati della strada.
I dati pubblicati dell’Osservatorio rivelano che dai 1.005 casi del 2018 si è passati ai 1.129 del 2019, con un incremento percentuale del 12,3%.


Le vittime della pirateria stradale registrate nel 2019 sono state complessivamente 115 dunque quattro in più rispetto all’anno prima. Fra i morti 54 erano pedoni e 16 i ciclisti. Il numero dei feriti nel 2019 è stato pari a 1.335 con un aumento del 17,5% rispetto al 2018.
Sembra inoltre che nei primi cinque mesi di quest’anno i pirati stradali abbiano già causato 308 incidenti con 365 feriti e 28 decessi e tutto ciò a dispetto del periodo di lockdown che ha fortemente ridotto gli spostamenti.

Secondo il presidente dell’Associazione amici sostenitori polizia stradale Giordano Biserni “I dati di questo bieco fenomeno, molto devono farci riflettere e richiedono una maggiore politica di contrasto”.
Sempre secondo l’Osservatorio Asaps, l’anno scorso le forze dell’ordine sono riuscite a identificare il 53,1% dei pirati stradali mentre la percentuale di successo nelle indagini sale fino al 70,2% se si considerano i casi di piraterie mortali.


Nel 15,1% dei casi l’autore della pirateria che viene identificato tempestivamente risulta positivo all’alcol o alla droga oppure a entrambe le tossicità. Invece il 16,7% dei pirati fuggiti dopo l’incidente ma poi identificati sono risultati di nazionalità straniera. Si riporta anche che in 175 episodi di pirateria stradale è rimasto coinvolto un minore e in 86 incidenti la persona coinvolta aveva meno di 14 anni. In 71 episodi, cioè il 11,8%, le protagoniste della fuga sono state delle donne.


I motivi della fuga dopo aver causato l’incidente sono più o meno sempre i medesimi; la guida sotto l’effetto di droghe o alcol, la paura di vedersi ritirare la patente e, sempre più frequentemente, la mancanza di copertura assicurativa.
Ma qual è il rischio per chi tenta di scappare delle proprie responsabilità? Il pirata in fuga rischia l’aumento da un terzo a due terzi della pena per omicidio stradale e lesioni, che comunque non è inferiore ai 5 o 3 anni.


Volendo invece osservate questo fenomeno da un punto di vista regionale si trova prima in classifica la regione Lombardia con 208 casi, seguita dalla Campania (120), poi il Lazio (103), Veneto (94), Sicilia (90), Emilia-Romagna (90), Toscana (72), Puglia (65), Piemonte (63), Marche (58), Friuli Venezia Giulia (35), Liguria (34), Abruzzo (26), Sardegna (19), Calabria (17), Trentino Alto Adige (14), Umbria (11), Molise (9) e Valle D’Aosta (1).

Fonte: AGI 06 luglio 2020 – Ore 12:40

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