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New York Times

Reddito di cittadinanza in bilico con il Governo Meloni: cosa può succedere?

Pubblicato il 29 Settembre, 2022

Il centrodestra vanta la maggioranza in entrambe le Camere del Parlamento e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella potrebbe presto conferire a Giorgia Meloni l’incarico di formare il nuovo governo. Il programma di Fratelli d’Italia prevede molti cambiamenti sul fronte lavorativo, dal cuneo fiscale all’Irap, e uno dei nodi da sciogliere riguarda il reddito di cittadinanza.

La posizione netta di FdI: “Abolire il reddito di cittadinanza”

La posizione di FdI è stata chiarita da subito nel programma presentato prima delle elezioni che prevede l’abolizione del reddito di cittadinanza e l’introduzione di un nuovo strumento che tuteli i soggetti privi di reddito, effettivamente fragili e impossibilitati a lavorare: disabili, over 60, nuclei familiari con minori a carico.

Il programma inoltre propone “per chi è in grado di lavorare, percorsi di formazione e potenziamento delle politiche attive del lavoro. Innalzamento delle pensioni minime e sociali”.

Il reddito è quindi al capolinea? Cancellarlo di colpo sarà difficile, ma secondo l’Ansa potrebbe subire una prima pesante sforbiciata con la manovra attesa per l’autunno.

Tra le proprietà del futuro governo c’è proprio il taglio delle tasse e l’idea della Meloni sarebbe di dirottare fondi destinati al RdC per una migliore distribuzione dei 9 miliardi previsti dalla misura.

Che si parli di sostituzione o di abolizione comunque FdI dovrà fare i conti tanto con gli alleati, quanto con l’opposizione. Su questa tematica Francesco Lollobrigida, tra gli uomini più fidati della Meloni, ha dichiarato a La Stampa: “Ragioneremo con gli alleati sulle tempistiche per non impattare le sacche di disagio che si sono create”.

La posizione degli alleati del centrodestra

La posizione sul reddito di cittadinanza tra il centrodestra però non è unanime.

Secondo Il Messaggero infatti Forza Italia sarebbe orientato addirittura a rafforzare il reddito di cittadinanza per quelle persone che vivono in un evidente stato di indigenza.

Secondo la Lega invece andrebbe ricalcolato in base alle dimensioni del nucleo familiare e i percettori dovrebbero rendersi disponibili per svolgere lavori di pubblica utilità.

La resistenza ferrea dell’opposizione

Se un accordo è comunque possibile tra gli alleati del centrodestra, la Meloni dovrà fare i conti con la ferrea resistenza delle opposizioni, a partire dal M5S.

Sulla questione Giuseppe Conte è stato chiarissimo: “Chi tocca il reddito troverà in noi un argine insuperabile, dovrà fare i conti con noi”.

Il monito delle istituzioni europee

Infine l’abolizione del reddito non piacerebbe alle istituzioni europee.

Così si è espresso Nicolas Schmit, commissario UE al lavoro: “Se lo si elimina di punto in bianco facendo in modo che chi non ha accesso al lavoro si trovi in una situazione di povertà e totale privazione nella speranza che si precipitino sul primo lavoro che trovano, credo non funzionerebbe”.

“Un reddito minimo – prosegue Schmit – è oggi previsto in tutti gli Stati dell’Ue, sia con sostegni integrativi a chi percepisce meno della soglia necessaria per una vita dignitosa e sia con sussidi ai disoccupati”.

Insomma la partita è ancora aperto e il destino del reddito di cittadinanza è tutto da scrivere.

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