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Revenge porn choc: invia video dei rapporti sessuali con l’ex moglie avuti in presenza delle figlie minorenni

Pubblicato il 4 Maggio, 2023

Una donna 48enne di Mariano Comense, in provincia di Como, ha vissuto a lungo un incubo senza fine a causa dell’ex compagno 51enne che non voleva assolutamente accettare la fine della loro relazione e ha iniziato a minacciare l’ex moglie in tanti modi.

L’epilogo quando, dopo ripetute minacce e pedinamenti, l’uomo ha inviato foto e video dei rapporti sessuali avuti con l’ex moglie, nel 2020, episodio reso ancora più grave considerato che il tutto è stato compiuto in presenza delle figlie che all’epoca erano minorenni.

Le minacce, i pedinamenti e gli appostamenti

Dopo la separazione dall’uomo per la donna è iniziato un incubo senza fine. L’ex marito le tendeva dei veri e propri “agguati”: in un’occasione le si affiancò con l’auto e, dopo essere sceso, iniziò a prendere a pugni il finestrino; in un’altra occasione le tagliò la strada, simulando con la mano il gesto della pistola; altre volte ancora ha invaso la sua corsia di marcia rischiando di provocare un’incidente.

Le minacce di morte erano ormai all’ordine del giorno e spesso l’uomo le diceva che le avrebbe mandato un albanese a “farle la festa”, o minacciava di staccarle riscaldamento e luce.

La donna viveva ormai nel terrore, è stata costretta a cambiare le sue abitudini e quando si spostava lo faceva sempre in compagnia e mai da sola, o al massimo con un dispositivo per registrare voci e fare riprese video.

L’episodio di revenge porn

Nonostante tutto la donna stava provando a rifarsi una vita e aveva anche trovato un nuovo compagno. L’ex marito però, che proprio non ne voleva sapere di accettare la fine della relazione, ha infine inviato foto di atti sessuali espliciti avuti con l’ex moglie al nuovo compagno.

Dopo le denunce della donna i carabinieri di Seveso hanno eseguito l’ordinanza emessa dal gip di Monza che vieta all’uomo l’avvicinamento alla donna e ai luoghi da lei abitualmente frequentati entro 300 metri e di comunicare con qualsiasi mezzo di comunicazione, informatico, telefonico e telematico con l’accusa di atti persecutori e diffusione illecita di immagini e video sessualmente espliciti.

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