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RNC 2020, day 3 ‘Land of Heroes’. Pence: Biden sarà il cavallo di Troia della sinistra radicale

Alla terza sera della Republican National Convention continua la narrazione secondo cui Joe Biden finirà per essere ostaggio dell’ala più radicale del partito democratico. Secondo Mike Pence, in diretta da Fort McHenry a Baltimora, il candidato Dem applicherebbe tagli nei finanziamenti alla polizia, aprirebbe le porte agli interessi cinesi e favorirebbe pratiche poco, o per nulla, accettabili dall’elettorato conservatore di fede cristiana. Il fact-cheking dei media però, di tanto in tanto, rivela una storia diversa.

Pubblicato il 28 Agosto, 2020

Alla terza sera della Republican National Convention continua la narrazione secondo cui Joe Biden finirà per essere ostaggio dell’ala più radicale del partito democratico. Secondo Mike Pence, in diretta da Fort McHenry a Baltimora, il candidato Dem applicherebbe tagli nei finanziamenti alla polizia, aprirebbe le porte agli interessi cinesi e favorirebbe pratiche poco, o per nulla, accettabili dall’elettorato conservatore di fede cristiana. Il fact-cheking dei media però, di tanto in tanto, rivela una storia diversa.


Il terzo appuntamento televisivo e in streaming dei repubblicani, intitolato ‘terra di eroi’, ha continuato a proporre lo schema già visto nelle sere precedenti, con un’alternanza di testimonianze più pacate ad altre più aggressive, un po’ come nei film dove si vede il binomio ‘poliziotto buono e poliziotto cattivo’. C’è quello che le cose, apparentemente, te le spiega con calma e poi quello che picchia. Ieri a menare un po’ l’avversario è stato l’attuale vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence che ha parlato Fort McHenry a Baltimora, un luogo simbolico per la storia americana perché sede di un’importante battaglia durante la guerra del 1812 e fonte di ispirazione per Francis Scott Key nello scrivere l’inno nazionale americano ‘The Star-Spangled Banner’.


Pur con uno stile più elegante rispetto al suo compagno di viaggio degli ultimi quattro anni, Pence non si è sottratto davanti l’opportunità di criticare aspramente Biden, attribuendogli pure una serie di affermazioni e iniziative che, eventualmente, il democratico non ha mai proposto.
Il discorso del vice di Trump si è concentrato in particolare sul tema della legge e l’ordine, rivolgendosi all’elettorato che più si impressiona su questo tema, ma ha anche incluso scenari come quello di una presunta ‘minaccia socialista’ all’orizzonte che invece spaventa i liberisti e coloro che magari sono scappati dalla Cuba di Castro o altri paesi con affini assetti politico-ideologici.
Secondo Pence, Biden una volta alla Casa Bianca indebolirà l’America sia al suo interno, non riuscendo a mantenere l’ordine, sia nel rapporto con gli altri paesi, soprattutto con la Cina. “Non sarete al sicuro nell’America di Joe Biden.”


Parlando della violenza nelle città americane Mike Pence ha detto: “Miei concittadini americani, stiamo attraversando un periodo di prove. Ma nel mezzo di questa pandemia globale, proprio mentre la nostra nazione aveva iniziato a riprendersi, abbiamo visto violenza e caos nelle strade delle nostre principali città. Il presidente Trump e io sosterremo sempre il diritto degli americani a una protesta pacifica, ma rivolte e saccheggi non sono proteste pacifiche, abbattere le statue non è libertà di parola. Coloro che lo faranno saranno perseguiti nella misura massima consentita dalla legge.” Poi ha proseguito insistendo sul tema della sicurezza “Sia chiaro: la violenza deve finire – sia a Minneapolis, Portland o Kenosha. Troppi eroi sono morti difendendo la nostra libertà per vedere gli americani colpirsi a vicenda. Avremo la legge e l’ordine per le strade di questo paese per ogni americano di ogni razza, credo e colore”.


Nel suo intervento Pence ha poi lodato il lavoro della polizia e ha dichiarato che lui e il presidente Trump non prenderanno mai in considerazione di tagliare i fondi alle forze dell’ordine. Ciò non accadrà ha detto, “non ora, non mai” e, dopo aver incassato una standing ovation con questa sua affermazione, ha aggiunto “Il presidente Trump e io sappiamo che gli uomini e le donne che indossano l’uniforme delle forze dell’ordine sono i migliori di noi. Ogni giorno quando escono da quella porta, considerano le nostre vite più importanti della loro”. Poi, riferendosi a Biden, ha accusato il candidato Dem di non aver voluto affrontare il tema della violenza nelle strade durante la convention della scorsa settimana: “non ha detto una parola sulla violenza e il caos che avvolge le città di questo paese”.


Ma gli attacchi verso democratico in corsa per l’ufficio più importante del paese non si sono limitati all’ambito della sicurezza interna ma hanno spaziato su altri temi come l’economia, l’aborto, la politica internazionale e via dicendo.
“I miei concittadini americani sono passati attraverso un periodo di prove, ma presto arriveremo al momento delle scelte. Joe Biden si è riferito a se stesso come a un candidato di transizione e molti si sono chiesti: transizione verso cosa? La scorsa settimana i democratici non hanno parlato molto della loro agenda e se fossi stato in loro non lo avrei fatto neanche io.” Poi, dopo aver individuato nelle parole di Bernie Sanders la probabile direzione in cui i Dem vogliono portare il Paese ha detto “Alle radici della loro agenda c’è la credenza che l’America sia guidata dall’invidia, non aspirazione. (…) La sinistra radicale crede che il governo federale debba essere coinvolto in ogni aspetto delle nostre vite, per correggere i torti degli americani. Loro credono che il governo federale ha bisogno di dettare come gli americani devono vivere, come noi dobbiamo lavorare, come dobbiamo crescere i nostri figli, in un processo per privare della libertà, prosperità e sicurezza. La loro agenda è basata sul controllo del governo. La nostra agenda è basata sulla libertà.”

Di seguito Pence ha affermato che Biden vorrebbe alzare le tasse e che la sua politica ambientalista andrebbe a incidere sul costo della vita dei cittadini. Il vicepresidente ha poi affermato che Joe Biden, al contrario di Trump che si è battuto per rifare diversi trattati commerciali rendendoli più vantaggiosi per gli americani, “è stato un ‘cheerleader’ per la Cina comunista”. Poi passando al tema dell’immigrazione “Joe Biden è per i confini aperti, le città santuario, avvocati e sanità gratuita per gli immigrati irregolari. Il presidente Trump (invece) rafforza i nostri confini e costruisce circa 300 miglia del muro di confine”. La lista delle contrapposizioni programmatiche è proseguita poi con il tema della scuola: “Joe Biden vuol porre fine alla scelta delle scuole. Il presidente Trump crede invece che ogni genitore ha il diritto di decidere di dove mandare a scuola i figli, al di là del reddito o del codice postale”.

Nell’elenco poi è entrato anche il delicato tema dell’aborto: Il presidente Trump ha sostenuto fermamente la santità della vita umana, ogni giorno di questa amministrazione. Joe Biden è in favore del finanziamento pubblico dell’aborto, fino alla data del parto. Se considerate la loro agenda è chiaro, Joe Biden sarà nulla di più di un ‘cavallo di Troia’ per la sinistra radicale. La scelta, in queste elezioni, non è mai stata più chiara e la posta in gioco non è mai stata più alta. La scorsa settimana Joe Biden ha detto che ‘la democrazia era sulla scheda elettorale’ e la verità è che la ripresa economica è sulla scheda elettorale, legge e ordine sono sulla scheda elettorale”. Poi Pence ha dichiarato che, in verità, il problema non è neppure se l’America uscirà dalle elezioni più o meno liberale ma “se l’America rimane l’America”, se potranno rimanere ed essere tramandati alle prossime generazioni “i nostri grandi ideali dì libertà. Mercato libero e il diritto inalienabile di vivere liberamente“.


Come già detto, alcune delle affermazioni di Mike Pence sono state poi sottoposte a un controllo da parte dei giornalisti, che hanno trovato inesattezze grandi e piccole, ma soprattutto hanno constatato il ritorno, più e più volte, di alcune dichiarazioni già ampiamente certificate come false. Se da una parte vedere Trump in questo ruolo, di speaker un po’ spregiudicato, non sorprende molto perché è il suo stile, è ciò che si può aspettare da lui, dall’altra notare il vicepresidente adottare lo stesso registro lascia un po’ interdetti.
Ed è così che, fra un controllo incrociato e l’altro, si può scoprire ad esempio che il candidato democratico non vuole tagliare sulla polizia e nemmeno aprire le frontiere a chiunque. Sembra infatti che Biden voglia proporre una politica migratoria molto meno restrittiva di quella di Trump, non certo una immigrazione totalmente libera.


Ma si farebbe un torto a Pence se si parlasse solo delle incongruenze trovate fra le sue parole, perché anche altri durante la serata hanno derogato alla precisione. Un esempio è quello di Richard Grenell, ex segretario alla sicurezza del presidente, ex direttore della National Intelligence e ambasciatore in Germania. Questo nel suo intervento ha dichiarato con convinzione e facendo eco a precedenti dichiarazioni di Trump che “L’amministrazione Obama-Biden ha segretamente lanciato un’operazione di sorveglianza sulla campagna Trump”. In realtà, quello che viene dato per sicuro da Grenell non è mai stato provato. Non risulta, a oggi, che Obama o Biden abbiano indirizzato personalmente l’FBI a sorvegliare le persone legate alla campagna di Trump. L’indagine a cui si fa riferimento, iniziata nell’estate del 2016, stava invece esaminando gli tentativi della Russia di avere influenza nelle elezioni presidenziali e se le figure coinvolte nella campagna di Trump fossero coinvolte in tali tentativi o meno.


Un altro momento di deragliamento dai fatti si è avuto poi con l’intervento della sorella Dede Byrne. La suora, un chirurgo e veterano militare facente parte della comunità di Little Workers of the Sacred Hearts of Jesus and Mary (i Piccoli Lavoratori dei Sacri Cuori di Gesù e Maria), ha affermato “Il presidente Trump si opporrà al Biden-Harris, che è il ticket presidenziale più anti-vita di sempre, essendo loro persino in sostenendo degli orrori degli aborti a fine termine e l’infanticidio.” Questo è un concetto ripetuto ormai ogni sera alla RNC 2020 e che ieri è stato proposto tanto dalla Byrne quanto da Mike Pence, ma è falso. Nessun politico, di nessuna fazione, supporta l’infanticidio o l’uccisione di un bambino che è già nato, cosa ovviamente illegale. Quello che invece è più aderente alla verità è che, in generale, i Dem sono più favorevoli a togliere restrizioni in materia di aborto e alcuni stati, in effetti, consentono di poter operare l’aborto anche in una fase più avanzata della gravidanza. Per quanto riguarda la campagna Biden-Harris, secondo quanto riportato sul loro sito i due supportano quanto affermato nel 1973 dalla Corte Suprema nella sentenza Roe v. Wade, che legalizzava l’aborto a livello nazionale prima della vitalità, che può verificarsi a circa 24 settimane di gravidanza.

Il terzo appuntamento della convention repubblicana oltre al vicepresidente in carica, all’ex segretario per la sicurezza, la religiosa rappresentare della comunità cattolica e molti altri, politici, o lavoratori come Scott Dane che rappresentava il mondo della logistica, degli autotrasportatori, c’erano anche diverse donne la cui missione era quella di trovare un aggancio con l’elettorato femminile, come accaduto il giorno prima con l’intervento dell’elegante e composta Melania Trump.

Fra le figure femminili che sono intervenute ci sono state: Lara Trump, moglie di Eric Trump e consulente per la campagna del suocero, Kellyanne Conway, ex consigliera presso la Casa Bianca, la governatrice del South Dakota Kristi Noem, la senatrice del Tennessee Marsha Blackburn, la senatrice dell’Iowa Joni Ernst, Elise Stefanik, nuova promessa del partito repubblicano e facente parte del Congresso dello Stato di New York, poi Tera Mayers, la mamma di un bambino diversamente abile che ha parlato del diritto allo studio per tutti, la portavoce del presidente Trump, Kayleigh McEnany, che ha raccontato qualcosa di molto intimo come la storia di donna sottopostasi a una doppia mastectomia preventiva e la second lady Karen Pence, moglie di Mike Pence.

Questa notte invece ci sarà il gran finale, con ospiti quali il capo della maggioranza al senato, il ferreo Mitch McConnell dal Kentucky, Ivanka Trump e il presidente Donald Trump che accetterà ufficialmente di correre per i repubblicani alle elezioni presidenziali.


Fonte: Reuters, ABC, CNN, AP 27/08/2020

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