La donna aveva confessato il 18 agosto successivo.
Aveva spiegato di aver usato un’accetta e dei coltelli, di aver colpito il marito e poi di aver diviso il cadavere in parti perché fosse trasportabile più facilmente verso l’Adigetto, canale che a Badia si stacca dal fiume Adige per gettarsi nel Canalbianco, dopo Adria.
I ritrovamenti dei pezzi di cadavere erano cominciati il 28 luglio in una chiusa, a Villanova del Ghebbo.
La Procura di Rovigo, dopo l’arresto della donna avvenuto il 27 agosto scorso, aveva spiegato che le modalità efferate del crimine avevano inizialmente portato le indagini verso direzioni diverse dalla questione interna alla famiglia.
Non erano stati esclusi rapporti con la criminalità organizzata.
Poi è stata disposta una perizia psichiatrica sull’indagata, in virtù della quale la Corte al termine del processo ha riconosciuto un vizio parziale di mente, oltre alle attenuanti generiche.
Da anni, l’imputata era seguita da uno psichiatra.
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