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La storia di Ruggero Freddi, prof universitario cacciato dalla cattedra della Sapienza perché ex divo dell’hard: “Ora dovranno risarcirmi”

Pubblicato il Marzo 2, 2023

Nel 2017 divenne di dominio pubblico la storia di Ruggero Freddi, un passato da attore a luci rosse negli Stati Uniti, ma dotato anche di due lauree, una in Ingegneria e l’altra in Matematica. Dopo aver chiuso la carriera di attore hard, ha iniziato ad insegnare come professore universitario alla Facoltà di Ingegneria a La Sapienza, ma le cose non sono andate esattamente come sperava.

Nel 2019 è infatti stato cacciato senza un reale motivo e la Facoltà ha anche provato a non pagare le ore per le quali ha lavorato, sempre senza una vera spiegazione.

La triste parabola di Ruggero Freddi: “Su di me solo pregiudizi”

I primi problemi per Freddi arrivarono nel 2017, quando organizzò un incontro sull’Hiv con un collettivo studentesco ma, come lui stesso spiega a Repubblica: “Dopo aver presentato tutti i curricula dei partecipanti, come richiesto, mi sono sentito dire che non c’erano aule disponibili”.

Altro episodio sospetto nel 2018 quando vinse un bando: “Arrivo secondo – racconta – ma faccio ricorso perché la persona arrivata prima aveva commesso un errore formale. Viene esclusa, ma la graduatoria non viene fatta scalare. Viene rifatto il bando di nuovo. È tutto legale, ma inizio a pensare, tra me e me, che c’è qualcosa che non va”.

Poi nel 2019 il terzo indizio che, teoricamente, farebbe una prova: “Mi viene proposto di insegnare Analisi 1. Sarà molto ben pagato, mi dicono, ma non c’è tempo di fare un bando. Mi chiedono di iniziare con il titolare con la garanzia che appena possibile sarebbe stato formalizzato il mio contratto”.

Secondo l’accordo sottoscritto Freddi avrebbe dovuto percepire 4.000 euro per 100 ore di insegnamento ma, come spiega, subentrano altri problemi: “Ma dopo 60 ore mi viene detto che ero stato sostituito. Ho scritto alla direttrice del dipartimento chiedendole spiegazioni. All’inizio volevo capire se avessi fatto qualcosa di sbagliato. Poi volevo essere pagato per le 60 ore lavorate. Ma non ho mai avuto risposta”.

Benché nessuno abbia mai menzionato il suo passato da attore hard, lui è convinto che quello sia stata la causa di tanti ostacoli e pregiudizi, come rivela: “È solo una mia opinione. Ma mi sono sentito come se intorno a me ci fossero dei pregiudizi, che andavano oltre le mie capacità di insegnante. Anche perché su quelle nessuno ha mai potuto dire nulla”.

Alla fine Freddi ha deciso di fare causa che ha vinto: secondo la condanna la Sapienza ora dovrà pagare 2.500 euro al docente per le ore di insegnamento lavorate effettivamente, più una sanzione di 1.500 euro a titolo di responsabilità aggravata per “l’atteggiamento di ingiustificata chiusura”.

Addio alla cattedra

Benché la legge gli abbia dato ragione, Freddi dopo un breve ritorno all’insegnamento ha deciso di dire addio anche al mondo universitario e oggi lavora come data analyst: “Ho deciso di dire basta. Ero pagato peggio di uno sguattero e un lavapiatti. Ora ho un lavoro normale, con uno stipendio”.

In un lungo e amaro sfogo sui social Freddi accusa i dirigenti della Sapienza di aver calpestato i suoi diritti e sottolinea che persone del genere non devono restare impunite, anche perché sperperano denaro pubblico senza dare valore ai lavoratori.

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