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Sanità: Musillo, ‘Taranto trattata ancora da colonia’

Pubblicato il 3 Aprile, 2022

«Prima era stata la lettera con cui l’assessore regionale alla Sanità, Rocco Palese, aveva chiesto ai medici dei reparti di scendere a dare una mano ai Pronto Soccorso. Subito dopo per tutta risposta è arrivato anche il provvedimento, sempre della Regione Puglia, che ha decretato numeri ridicoli per Taranto rispetto al piano assunzionale di medici, infermieri e OSS, previsto per tutte le province pugliesi. Taranto nel cuore di Emiliano e del suo ex sindaco vi è, infatti, solo a parole. Tradita ancora una volta dai fatti che sono ben lontani dalla città e dalla sua emergenza epidemiologica»

«Sulle 10mila assunzioni previste in Puglia nella provincia del governatorato di Emiliano arrivano solo le briciole. Nel Piano triennale dei fabbisogni di personale per Bari si indicano 838 medici, 771 infermieri, 463 OSS. A Lecce 365 medici, 868 infermieri 868 e 151 OSS. A Taranto la storia cambia drasticamente. I medici sono soltanto 176, gli infermieri 188 e addirittura solo un OSS».

«È l’ultimo regalo alla colonia che invece dovrebbe avere il coraggio di alzare la testa. Non ho memoria, infatti, di nessun tipo di intervento da parte dell’amministrazione comunale uscente, rispetto alla grave emergenza sanitaria che vive la città, neanche quando gli anziani sono lasciati in sala d’attesa, nei Pronto Soccorso, per ben 27 ore. Non basta infatti un nuovo ospedale, su cui grava l’incerta data di consegna anche per via dell’incerta dote di adeguati stanziamenti economici, ma bisogna pretendere una efficiente medicina del territorio, prossima ai bisogni di tutti, e una migliore organizzazione del lavoro capace di rendere attrattivi i presidi sanitari tarantini in fame atavica di personale e che questo quadro assunzionale di certo non agevola».

«L’emergenza Covid-19 ha solo messo in mostra le fragilità di un sistema già in grave difficoltà e che oggi in tutta la Puglia fa registrare una maxi-perdita da 500 milioni di euro, di cui solo 230 dovuti alla pandemia. Il rischio per tutti i pugliesi, nella gestione Emiliano, è che questa disorganizzazione e il buco di bilancio si possano trasformare in tagli, ritardi nelle cure e nuove tasse».

«Eppure, la città che più avrebbe diritto a risposte immediate, di fronte ad una certificata emergenza epidemiologica non-covid, non ha potuto contare in questi anni sulla difesa del diritto costituzionale alla salute da parte del primo cittadino che si è guardato bene dal disturbare il manovratore. Così mentre piovevano le provvidenze regionali per pagare contributi pubblicitari e manifestazioni di spettacolo sempre sotto il commissariamento di Bari, a Taranto andava in scena nel silenzio generale il disfacimento della sanità pubblica».

«La prossima amministrazione avrà il compito gravoso di alzare la testa e pretendere un piano di interventi capillari per decongestionare gli ospedali, allentare la pressione sull’attuale forza lavoro con nuovi innesti di personale sanitario e avviare, attraverso protocolli d’intesa, all’interno di spazi pubblici dismessi, una sana medicina territoriale e periferica». (CS)

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