“Una grossa ‘tacca’ sul margine della coda, con ogni probabilità colpa dell’uomo. Un segno allarmante”, per gli studiosi.
Potrebbe essere dovuta a una cattura accidentale in un attrezzo da pesca o a una collisione con una imbarcazione.
“Quest’ultimo – proseguono i ricercatori – è uno dei problemi più drammatici per i grandi cetacei, anche nel Santuario, grande area marina protetta sovranazionale nel Mediterraneo nord-occidentale comprendente mar Ligure, Tirreno e di Corsica e dedicata proprio alla tutela dei mammiferi marini”.
Passata l’emozione per lo straordinario incontro, i ricercatori si interrogano sulle implicazioni.
Secondo uno studio coordinato da Tethys tra il 15 e il 18% dei capodogli fotografati e catalogati presentano segni potenzialmente riportabili a una collisione.
“I dati sono sicuramente sottostimati – afferma Maddalena Jahoda, ricercatrice e responsabile della divulgazione scientifica di Tethys – Non sappiamo infatti quanti ne muoiono senza che si sappia. La comparsa di gruppi famigliari per quanto interessante, è però anche motivo di preoccupazione. A differenza degli adulti, i piccoli non compiono ancora lunghe immersioni, ma se ne stanno in superficie, ancora più esposti al rischio di essere investiti”.
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