Le restrizioni anti Covid anche quest’anno hanno impedito il regolare, consueto, attesissimo svolgimento della Festa in onore della Patrona di Catania. Alcuni, comunque, hanno voluto lo stesso raggiungere l’esterno della Cattedrale durante la celebrazione della messa, il primo incontro della martire col suo popolo, costretto a rimanere dietro l’ingresso serrato.
“Mi sia permesso di sottolineare che condivido il comune dispiacere. Anzi, per me è ancora più grande, perché è l’ultima volta che presiedo come vescovo le celebrazioni liturgiche in onore di Sant’Agata. Anch’io offro al Signore questo dispiacere, pregandolo affinché possiamo uscire al più presto dalle difficoltà dovute al Coronavirus“, ha il tono commosso, l’ormai ex arcivescovo di Catania, che il 19 febbraio consegnerà la Chiesa etnea al suo successore, a Luigi Renna.
Spegne così le polemiche che hanno caratterizzato particolarmente questa edizione e sulle quali ancora non si era espresso pubblicamente nonostante la tensione quotidiana, costante esplosa dopo la mancata conferma di Riccardo Tomasello alla guida del Comitato dei festeggiamenti agatini, la nomina al suo posto di Mariella Gennarino e la pubblicazione del programma che ha certificato l’annullamento della Festa, di tutti quei momenti che avrebbero originato assembramenti, facendo esprimere disappunto o amarezza dai devoti anche con una petizione.
“Anche quest’anno stiamo vivendo in maniera diversa la messa dell’Aurora – afferma Gristina durante la diretta streaming trasmessa sui social – tramite mezzi di comunicazione. Ma quel che più importa è quel che ricorda il martirio”.
“Ricorda gli episodi di violenza contro persone innocenti – continua per introdurre quella che suona come una tirata d’orecchie a chi ha criticato le decisioni della Curia e attaccato duramente la Gennarino – Non può definirsi autenticamente credente chi non si impegna per la fraternità e il rispetto reciproco. Autentica devozione significa imitazione, attenzione ai doveri civili ed ecclesiali”.
Poi, si commiata, la voce incrinata anche dalla tosse che lo disturba: “A lei, a Sant’Agata mi rivolgo al termine del mio servizio episcopale. Ho avuto l’onore di contribuire, in questi 20 anni, alla devozione nei suoi confronti“.
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