Il caporalato esiste anche nel settore edile e il meccanismo dell’intermediazione illecita, spesso con sfruttamento del lavoro, è attivo anche a Catania. L’allarme lo lancia la Fillea Cgil, spiegando che a fronte della crisi delle attività edili, il comparto passa da 4580 operai dichiarati dalle imprese nel maggio 2019, ai 991 al momento dichiarati per il mese di maggio 2020.
“Ora più che mai è necessario alzare la guardia in merito a certe pratiche di reclutamento della manodopera – dichiara Salvatore Papotto, della segreteria provinciale della Fillea -. La figura del caporale in edilizia non sempre è legata all’esborso di denaro rispetto ad una selezione, sicuramente illegale, per l’avvio al lavoro. La figura del caporale muta di pari passo con il suo variare dei rapporti con il sistema delle irregolarità ed il caporale è lì che agisce trovandone tornaconto. Il vantaggio per il caporale, ossia il beneficio per chi recluta ed intermedia in maniera irregolare la manodopera, non necessariamente deve essere tradotto in denaro contante.
La figura stessa della persona del caporale non è sempre uguale in ogni singola realtà ma cambia di pari passo variata con il variare dei rapporti tra caporale e sistema delle irregolarità ed il caporale è lì che agisce trovandone tornaconto.
Per la Fillea Cgil, dunque, è necessario che anche a Catania cresca la consapevolezza e l’attenzione rispetto a questo tema, che ha registrato manifestazioni inquietanti in molte zone del sud e del centro Italia.
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