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Finto pilota si veste da comandante e viaggia gratis per anni: il video della truffa sui social

Pubblicato il 14 Dicembre, 2023

Nel film “Prova a prendermi” Leonardo Di Caprio si finge un pilota di aerei riuscendo a viaggiare gratis da un capo all’altro degli Stati Uniti. Una storia che evidentemente deve aver ispirato Rajan Mahbubani, un truffatore seriale che è stato scoperto proprio durante la sua ultima truffa, mentre si stava imbarcando all’aeroporto internazionale Indira Gandhi di Nuova Delhi con un’uniforme della Lufthansa su un volo Air Asia I5-579 diretto a Calcutta. La vicenda in realtà risale al 2019 ma è tornata prepotentemente virale in questi giorni.

La truffa di Rajan

Rajan è stato notato dal capo della sicurezza delle compagnie aeree tedesche che ha annunciato che c’era “un passeggero sospetto con l’uniforme da capitano di una compagnia aerea Lufthansa”.

Così si è conclusa la carriera di truffatore seriale di Rajan, che viveva a Vasant Kunj nella zona di Nuova Delhi, trovato in possesso di un tesserino da capitano per imbarcarsi gratis sugli aerei e per ottenere privilegi negli aeroporti. Secondo quanto dichiarato da un ufficiale, l’uomo avrebbe ammesso di aver girato diversi video dei suoi viaggi e averli caricati su Youtube.

L’interrogatorio

Nel corso dell’interrogatorio è emerso che l’uomo non solo indossava divise da piloti, ma svariate uniformi tra le quali addirittura quella di colonnello dell’esercito, come documentato dalle foto trovate sul suo cellulare.

Non solo su Youtube, l’uomo condivideva video delle sue truffe anche su TikTok come confermato dal vice commissario di polizia Sanjay Bhatia che ha dichiarato: “Mahbubani ha detto che volava spesso e che si fingeva pilota per ottenere accessi facilitati e i nulla osta di sicurezza, così da ricevere un trattamento preferenziale dalle agenzie di sicurezza e dalle compagnie aeree”.

Nell’interrogatorio il truffatore ha ammesso di aver comprato il tesserino contraffatto della Lufthansa in Thailandia e adesso si trova dietro le sbarre e, se dovesse essere condannato, rischia fino ad un anno di carcere.

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