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Stellantis

Stellantis: “A rischio chiusura gli impianti italiani”

Pubblicato il 1 Febbraio, 2024

Si alza il livello dello scontro fra Stellantis e il governo italiano.

In mattinata Carlos Tavares ha risposto alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che settimana scorsa aveva accusato la casa automobilistica di privilegiare gli interessi industriali della Francia rispetto a quelli italiani. 

“Questi argomenti sono un capro espiatorio, per evitare di assumersi la responsabilità del fatto che, se non si danno sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici, si mettono a rischio gli stabilimenti italiani”, ha detto all’agenzia Bloomberg l’amministratore delegato del gruppo nato dalla fusione fra Fiat-Chrysler e Peugeot.

Dichiarazione che ha suscitato la reazione del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. “Se Tavares o altri ritengono che l’Italia debba fare come la Francia, che recentemente ha aumentato il proprio capitale sociale all’interno dell’azionariato di Stellantis, ce lo chiedano”, ha detto il ministro in uscita dal tavolo automotive convocato per illustrare il nuovo piano di incentivi da un miliardo. “Se vogliono una partecipazione attiva possiamo sempre discuterne”. 

Non è la prima volta che Urso ventila la possibilità di un investimento diretto del governo in Stellantis.

L’ipotesi era contenuta nella relazione annuale del 2022 del Copasir, allora presieduto proprio dall’attuale inquilino del Mimit. All’epoca il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica aveva chiesto al governo Draghi di valutare l’ingresso di Cassa Depositi e Prestiti nel capitale del costruttore per “preservare gli interessi nazionali” e di “ribilanciare i pesi” dei governi nell’azionariato.

Il governo francese detiene una partecipazione del 6,4% in Stellantis che, come rivelato dal Corriere, è di recente salita al 9,9% quanto ai diritti di voto grazie al potenziamento delle azioni accordato ai soci leali nel tempo. Lo stesso sistema ha consentito alla holding della famiglia Peugeot di aumentare i loro diritti di voto all’11,1% e a Exor, la cassaforte degli Agnelli-Elkann, di raggiungere il 23%.  

Ciononostante, Tavares ha negato che la presenza dello Stato francese nell’azionariato condizioni le scelte industriali di Stellantis. “Non sono sempre d’accordo con il governo francese”, ha detto il manager. “Stellantis non è nelle mani del governo francese”. A suo giudizio, i piani di investimento del gruppo e l’allocazione dei modelli fra i Paesi dipendono soltanto dalla capacità dei vari mercati di assorbire la produzione. “Se non vuoi che i veicoli elettrici progrediscano, non devi far altro che fermare i sussidi”, ha detto Tavares. “È evidente che il governo italiano ha fatto così: il mercato dei veicoli elettrici in Italia è molto, molto piccolo. È una conseguenza diretta del fatto che il governo italiano non sovvenziona l’acquisto di veicoli elettrici”. 

Eppure, oggi Urso ha convocato sindacati e Stellantis al tavolo automotive proprio per illustrare le linee del nuovo piano di incentivi che ha una dotazione di quasi un miliardo e si basa su tre direttrici che puntano da una parte a sostenere il ricambio del parco circolante e dall’altra a incentivare la produzione auto nel Paese. Secondo Urso, il nuovo piano va nella direzione auspicata da Stellantis che aveva chiesto incentivi significativi all’auto elettrica. Il ministro ha anche ricordato l’impegno dell’Italia per modificare il regolamento Euro 7, un’istanza sostenuta a gran voce da Tavares. Come a dire, il governo italiano ha fatto il suo, ora tocca a Stellantis tener fede alle sue promesse e riportare la produzione di veicoli in Italia sopra la soglia del milione all’anno. Altrimenti, ha concluso Urso, “se l’obiettivo non sarà raggiunto quest’anno, le risorse del fondo automotive saranno indirizzate non più a sviluppare i consumi, ma a incoraggiare nuovi investimenti produttivi nel nostro Paese, anche per incentivare una seconda casa automobilistica a produrre in Italia”.

Anche dall’opposizione arriva la richiesta di un intervento italiano nell’azionariato di Stellantis. «Basta con le chiacchiere, Meloni fa la faccia dura con Stellantis ma non ha una strategia e il governo si presenta all’azienda con il cappello in mano», ha detto Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico.

“Continuano a minacciare di non dare più incentivi ma Stellantis continua ad utilizzarli senza rispettare condizionalità; serve una svolta”, ha aggiunto. 

“Tavares ha lanciato una sfida, il governo la raccolga e non faccia cadere la provocazione dell’ad  di Stellantis. Si prenda sul serio l’ipotesi di una partecipazione italiana a Stellantis che bilanci quella francese”.

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