160 anni di relazioni diplomatiche, Mattarella: “ampia e operosa comunità di origine italiana negli Usa”
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Nell’anno in cui la
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A volte sembra comparire, evanescente, lo spettro della guerra fredda, ma a livello globale i
Dall’accordo dell’Unione europea con gli Usa del nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden arriva
Il Senato ha assolto Donald Trump anche nel secondo processo d’impeachment: questi era accusato di istigazione
Il nuovo presidente degli Stati Uniti e la sua vice avevano già giurato, tutte le
Donald Trump sarà il primo presidente nella storia degli Stati Uniti a subire due procedure
Nello stato delle pesche si sta giocando una cospicua parte delle potenzialità dell’amministrazione Biden-Harris. Nella
Nella serata americana del 23 novembre è arrivato il tanto atteso ok per la transizione di poteri dall’attuale amministrazione Trump-Pence alla futura gestione Biden-Harris. In un tweet il presidente in carica ha raccomandato all’amministratrice della General Services Administration e al suo team di “fare ciò che deve essere fatto riguardo ai protocolli iniziali” aggiungendo poi “e ho detto al mio team di fare lo stesso.”
I giorni passano ma Donald Trump sembra non voler accettare la matematica. Insiste nel parlare dei voti che ha ricevuto, definendoli legali, ma ignora quelli del suo avversario.
Ieri il presidente in carica è tornato a parlare alla nazione, accusando le grandi aziende farmaceutiche di aver giocato contro di lui durante la campagna elettorale per vendicarsi del suo ordine esecutivo sul prezzo dei medicinali.
Dopo otto giorni passati senza parlare in pubblico, nella serata di Trump si è presentato al Giardino delle Rose per una conferenza stampa. Durante il suo intervento c’è stato un attimo in cui gli è quasi scappato di dire che la prossima amministrazione potrebbe anche non essere la sua. Nel frattempo però l’attuale presidente continua a chiedere soldi a sostegno delle sue cause legali, senza avvertire che quei denari potrebbero finire per saldare i suo debiti elettorali o finanziare altre ambizioni.
“Questo è il momento di guarire in America”. In queste parole di Joe Biden si può riassumere l’intero discorso di accettazione pronunciato questa notte al Chase Center di Wilmington. Il nuovo presidente è cosciente di quanto sia difficile andare avanti se non si inizia a guarire le ferite del paese, se non si cerca di ricomporre le fratture e tornare a lavorare tutti assieme.
Dopo tanta attesa a nervi tirati e fiato trattenuto l’America conosce il nome del suo 46° presidente, Joe Biden. In pochi minuti dalla messa in onda delle proiezioni dei media (CNN, NBC ed Assiociated Press) la gente è uscita a festeggiare, nelle strade del paese.
Questa notte Joe Biden è tornato a parlare alla nazione ma senza annunciare una vittoria. Con le sue parole ha voluto informare i cittadini che lui e Kamala Harris sono già al lavoro e che non c’è tempo da perdere in conflitti fra parti ma è necessario ritrovare l’unità nel paese.
Dopo il sorpasso di questa mattina nello stato della Georgia il candidato democratico alla presidenza passa in testa anche il Pennsylvania, come da previsione.
Altro fine giornata agitato negli Stati Uniti. Joe Biden riesce a recuperare quasi tutto lo svantaggio che aveva in Georgia e al contempo si avvicina di buon passo a Trump in Pennsylvania. E mentre il democratico si ripresenta alla nazione invitando tutti alla pazienza, il presidente in carica soffre l’impatto con i dati degli uffici elettorali e minaccia cause legali in più stati.
Un’altra notte passata a contare schede elettorali arrivate via posta, fra le speranze dei democratici e le accuse del presidente in carica che sta cercando di capire come muoversi con le richieste di riconteggio e le azioni legali. Intanto sui social impazzano i meme e le battute di spirito, per sdrammatizzare.
È già il 4 novembre e gli Stati Uniti d’America non sanno ancora chi sarà il loro presidente per i prossimi quattro anni. Trump ha retto e ora è in vantaggio ma molte schede sono ancora da validare e contare. Biden si dice ancora ottimista.
Zuckerberg, Dorsey e Pichai stanno diventando degli habitué di Capitol Hill. Ancora una volta i parlamentari americani hanno voluto chiamare a rapporto i CEO di Twitter, Facebook e Alphabet Inc. per riferire su come queste aziende gestiscono i contenuti pubblicati sulle loro piattaforme social e in che modo hanno intenzione di comportarsi nei ultimi giorni di contesa elettorale.
52 Yea a 48 Nay, sembra il punteggio di una competizione e in effetti un po’ lo è stata. 38 giorni dopo la morte di Ruth Bader Ginsburg la Corte Suprema torna ad avere 9 giudici, fra polemiche ed accuse sempre crescenti. In un processo di conferma teso, dove la minoranza democratica al Senato ha osteggiato in tutti i modi la nomina fatta da Trump, Amy Coney Barrett diventa giudice alla più alta corte ma con i soli voti dei repubblicani che controllano l’aula.
Durante questa campagna elettorale americana abbiamo assistito a diversi colpi di scena, scoop giornalistici messi a segno da importanti testate che in qualche caso hanno influenzato l’opinione pubblica. Ma nel quadro delle elezioni americane anche la stampa locale ha avuto un suo peso, agendo in modo coordinato e capillare.
Nella settimana appena conclusa abbiamo sentito una giornalista della NBC, Savannah Guthrie, dire a Trump “Sei il presidente. Non sei, tipo, lo zio pazzo di qualcuno che può semplicemente ritwittare qualsiasi cosa.” Ma lo zio Donald non è solo in questa alacre attività di diffusione di teorie, ipotesi e non-notizie, ad aiutarlo sembra ci sia anche lo zio Rudy, il suo avvocato nonché ex sindaco di New York.
Nella prima audizione al Senato degli Stati Uniti per valutare la candidata alla Corte Suprema, Amy Coney Barrett, i repubblicani e i democratici disvelano le loro strategie. Forse i giochi sono già fatti e i Rep hanno i numeri per confermare la nomina decisa da Trump, ma le tre giornate previste in Senato avranno una tale copertura mediatica da risultare un ottimo spazio di propaganda elettorale.
Fino a poco tempo fa i brogli elettorali e le contestazioni post voto erano argomenti da terzo mondo o situazioni riscontrabili in paesi democratici solo nel nome, ma adesso questi temi e questi toni riguardano anche gli Stati Uniti e questo preoccupa, non solo gli americani.
La comunità scientifica per sua natura è composta da persone che pensano molto ma di solito questa loro attività cerebrale si concentra sui progetti di ricerca, sull’analisi dei dati, sul reperimento dei fondi necessari a far partire una nuova iniziativa, o costruire nuove strutture dove condurre esperimenti, ma nell’epoca Trump gli scienziati si son trovati, loro malgrado, a dover dare anche dei giudizi sulla politica.
Per una volta che i candidati alla vicepresidenza potevano avere i riflettori tutti per loro è accaduto qualcosa che li ha fatti diventare il secondo e non il primo argomento della serata. Alla domanda ‘chi ha vinto il confronto?’ la risposta è ‘la mosca’, che non ha detto nulla ma ha catturato l’occhio di tutti.
La saga delle elezioni presidenziali 2020 si arricchisce di un nuovo avvincente capitolo, la battaglia di Donald Trump contro il Covid-19.
Quello che poteva rivelarsi il colpo di grazia per lui, dopo le rivelazioni del New York Times sulla sua poco florida situazione economica, sta diventando una nuova arma comunicativa per vincere la partita elettorale.
Usa: 11 settembre, i ricordi e le celebrazioni, 19 anni dopo
“Gli attacchi terroristici possono scuotere le fondamenta dei nostri edifici più grandi, ma non possono toccare le fondamenta dell’America. Questi atti frantumano l’acciaio, ma non possono intaccare l’acciaio della determinazione americana.” Con queste parole, alle nove della triste sera del 11 settembre 2001, il presidente degli Stati Uniti George W. Bush spronava il Paese a reagire.
Gli USA, il paese più potente, rispettato e temuto al mondo. Il Pentagono, un simbolo di sicurezza e controllo ben oltre i confini nazionali. Ma soprattutto lei, New York, la città delle città, la più iconica e rappresentativa dei nostri tempi. Un sistema di ideali e simboli condivisi, non solo fra i cittadini americani ma in larga parte del pianeta. Un giorno però decollano quattro aerei di linea e tutto quello che appariva certo e faceva da riferimento per molti viene improvvisamente messo in dubbio, lasciando segni indelebili.
In uscita oggi negli USA un nuovo volume che parla di Donald Trump. Si intitola “Disloyal: A Memoir. The True Story of the Former Personal Attorney to President Donald J. Trump.” A scriverlo è il suo ex avvocato, Michael Cohen, che definisce il suo ex cliente come “capo della criminalità organizzata” e “maestro di manipolazione”. Il commento della Casa Bianca è netto: “fan fiction.”
Le elezioni presidenziali 2020 si presentano diverse da tutte quelle che le hanno precedute e pongono gli amministratori davanti a nuove sfide. Molte persone credono sia rischioso per la salute l’andare a votare in persona con il SARS-CoV-2 che gira indisturbato, così il numero delle richiede per il voto via posta diventa stellare.
Amazon ha ottenuto il via libera negli States per le consegne con i droni: questi