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#USA2020: l’amministrazione Trump autorizza la transizione

Nella serata americana del 23 novembre è arrivato il tanto atteso ok per la transizione di poteri dall’attuale amministrazione Trump-Pence alla futura gestione Biden-Harris. In un tweet il presidente in carica ha raccomandato all’amministratrice della General Services Administration e al suo team di “fare ciò che deve essere fatto riguardo ai protocolli iniziali” aggiungendo poi “e ho detto al mio team di fare lo stesso.”

Pubblicato il 24 Novembre, 2020

Nella serata americana del 23 novembre è arrivato il tanto atteso ok per la transizione di poteri dall’attuale amministrazione Trump-Pence alla futura gestione Biden-Harris. In un tweet il presidente in carica ha raccomandato all’amministratrice della General Services Administration e al suo team di “fare ciò che deve essere fatto riguardo ai protocolli iniziali” aggiungendo poi “e ho detto al mio team di fare lo stesso.”


Dopo due settimane dalla proiezione dei media americani con cui si annunciava al mondo la vittoria di Joe Biden è arrivato il riconoscimento di tale risultato anche da parte della General Services Administration.
Nel pomeriggio di ieri era giunta la notizia della certificazione della vittoria di Biden nello Stato del Michigan e poco dopo sono iniziati ad uscire i lanci di agenzia con cui si annunciava l’invio di una lettera a Biden da parte di Emily W. Murphy, amministratrice della U.S. General Services Administration (GSA). L’oggetto della missiva era il “Presidential Transition Act del 1963” che consente “di mettere a disposizione alcune risorse e servizi post-elettorali per assistere in caso di transizione presidenziale.”


Nella lettera la Murphy spiega al neoeletto Biden: “Trasmetto oggi questa lettera per mettere a vostra disposizione tali risorse e servizi. Ho dedicato gran parte della mia vita adulta al servizio pubblico e ho sempre cercato di fare ciò che è giusto. Sappiate che sono giunto alla mia decisione in modo indipendente, sulla base della legge e dei fatti a disposizione. Non sono mai stata messa sotto pressione, direttamente o indirettamente, da alcun funzionario del ramo esecutivo, compresi coloro che lavorano alla Casa Bianca o alla GSA, riguardo alla sostanza o alla tempistica della mia decisione. Per essere chiari, non ho ricevuto alcuna indicazione per ritardare la mia determinazione. Tuttavia, ho ricevuto minacce online, per telefono e per posta indirizzate alla mia sicurezza, alla mia famiglia, al mio personale e persino ai miei animali domestici nel tentativo di costringermi a prendere questa decisione prematuramente. Anche di fronte a migliaia di minacce, sono sempre stata impegnata a difendere la legge.”


“Contrariamente alle notizie e alle insinuazioni dei media,
– scrive la Emily Murphy – la mia decisione non è stata presa per paura o favoritismi. Invece, credo fermamente che lo statuto richieda che l’amministratore GSA accerti, non imponga, l’apparente presidente eletto. Sfortunatamente, lo statuto non fornisce procedure o standard per questo processo, quindi ho guardato ai precedenti di elezioni che hanno comportato contese legali e conteggi incompleti. GSA non determina l’esito di controversie legali e riconteggi, né determina se tali procedimenti siano ragionevoli o giustificati. Si tratta di questioni che la Costituzione, le leggi federali e le leggi statali lasciano al processo di certificazione elettorale e alle decisioni dei tribunali della giurisdizione competente. Non credo che un’agenzia incaricata di migliorare gli appalti federali e la gestione della proprietà dovrebbe porsi al di sopra del processo elettorale basato sulla costituzione.”
La lettera si conclude poi con i dettagli economici: “La sezione 7 della l’Legge del Congresso e di Diritto Pubblico 116-159, datata 1 ottobre 2020, che prevede stanziamenti continuativi fino all’11 dicembre 2020, mette a vostra disposizione $ 6.300.000 per eseguire quanto previsto dalle disposizioni della sezione 3 della Legge. Inoltre, è autorizzato 1.000.000 di dollari, ai sensi del Diritto Pubblico 116-159, per fornire all’incaricato sessioni di orientamento e una guida di transizione. Vi ricordo che la Sezione 6 della Legge vi impone obblighi di rendicontazione come condizione per ricevere servizi e fondi da GSA.”


A fare da eco all’amministratrice Murphy è intervenuto lo stesso Donald Trump, rigorosamente via Twitter: “Nel migliore interesse del nostro Paese, raccomando che Emily e il suo team facciano ciò che deve essere fatto riguardo ai protocolli iniziali e ho detto al mio team di fare lo stesso.” Ma se da una parte il presidente in carica sembra indicare di seguire la legge, assicurandosi che tutto il dovuto venga attuato, dall’altra continua ad affermare di voler portare avanti la sua battaglia legale per a vittoria “Il nostro caso continua FORTEMENTE, continueremo la buona battaglia e credo che vinceremo!” A queste dichiarazioni Trump ha voluto anche aggiungere un personale ringraziamento ad Emily Murphy, denunciando al contempo le minacce ricevute dall’amministratrice della GSA e il suo staff: “Voglio ringraziare Emily Murphy della GSA per la sua costante dedizione e lealtà al nostro Paese. È stata molestata, minacciata e maltrattata – e non voglio che questo accada a lei, alla sua famiglia o ai dipendenti di GSA.”
Nonostante le affermazioni in cui l’inquilino della Casa Bianca si dice propenso alla lotta ad oltranza per il mantenimento della sua carica, il gesto istituzionale della GSA segna di fatto l’inizio ufficiale della fase di transizione, dando la possibilità al team di Biden di interfacciarsi con i funzionari ora in forze presso l’amministrazione e le varie agenzie governative e ricevere milioni di dollari per coprire le spese di questo trasferimento di poteri e responsabilità.


Ma ci sono anche atri elementi che suggeriscono il prendere forma di una nuova fase e l’avvio del presidente uscente verso luoghi diversi dalla Casa Bianca. Si vocifera infatti che ad alcuni agenti segreti che si occupano della sicurezza di Trump sia stato chiesto se avessero piacere di trasferirsi a Palm Beach, in Florida. Lo scorso anno l’attuale presidente degli Stati Uniti ha spostato la sua resistenza in questo stato ma per mantenerla dovrebbe rimanere fisicamente sul territorio almeno sei mesi su dodici e questo comporta la necessità di avere un dispositivo di sicurezza attivo sul posto, in pianta stabile. Poi, oltre alle questioni di come proteggere un ex presidente, si registrano lavori in corso presso il golf club di Mar-a-Lago. Pare si tratti di attività di rinnovamento atte a rendere “la Casa Bianca d’inverno”, come la chiama Trump, una residenza stabile.


Tracce di proiezione verso il futuro si riscontrano anche sul fronte dei finanziamenti, come già riportato in data 14 novembre accennando al “Save America” leadership PAC. Sull’argomento è tornata ieri anche la CNN riportando il parere di alcuni esperti in finanziamenti di campagne elettorali. A costoro è stato chiesto un commento relativo alle mail che in questi giorni stanno partendo dalla campagna di Trump verso i suoi sostenitori, a cui viene chiesto un aiuto economico. Una e-mail chiede donazioni per ‘Impedire alla sinistra di tentare di rubare le elezioni’. Un’altra offre una maglietta ‘COUNT ALL LEGAL VOTES’ in cambio di un contributo di $ 30. Una terza, firmata da Eric Trump, chiede 5 dollari ‘IMMEDIATAMENTE per sostenere il Fondo ufficiale per la difesa elettorale’. Tutte queste missive dell’operazione politica del presidente Donald Trump sono arrivate lunedì mattina nelle caselle di posta dei sostenitori affermando di sollecitare fondi per aiutare Trump a finanziare riconteggi e sfide legali per ribaltare i risultati delle elezioni.” Andando però a leggere i dettagli legali, presenti ai margini su ciascuna mail, si evince che il grosso di queste donazioni non andrà al sostegno delle cause legati o alle spese per il riconteggio delle schede ma finirà in un “leadership PAC” chiamato SAVE AMERICA e creato il 9 novembre 2020. Secondo gli esperti della materia i donatori di Trump dovrebbero diffidare di queste ‘mail esca’ che li spronano a elargire, perché i loro denari potrebbero venire usati in modo diverso da quanto messo in evidenza nelle missive. Purtroppo, il normale contributore non fa attenzione al “legal fine print”, i testi scritti in piccolo che riportano le condizioni, e tende a fidarsi di quanto indicato nell’oggetto o raccontato ‘in grande’.

I PAC di leadership in realtà sono salvadanai con regole piuttosto comode, che lasciano mano abbastanza libera sul come spendere, per cui un supporter dell’attuale presidente potrebbe credere di contribuire a uno sforzo legale senza precedenti e poi vedere i suoi soldini impiegati per spese personali, o le ambizioni politiche di altre persone vicine a Trump. Secondo quanto indicato dai ‘caratteri minuscoli’ il 75% di ogni donazione fino ai 5000 dollari finirebbe in SAVE AMERICA e solo una volta raggiunta tale soglia qualche soldo finirebbe nel conto di riconteggio legato alla campagna di Donald Trump. In aggiunta, il 25% dei fondi migrerebbe sul conto del RNC (Republican National Committee). Le piccole donazioni non avrebbero dunque alcuna speranza di contribuire alle iniziative legali e a tal proposito varrebbe la pena di ricordare che, al 31 agosto di quest’anno, le piccole elargizioni risultavano costituire ben il 49% delle donazioni ricevute dalla campagna Trump 2020.
Secondo un parere rilasciato da Paul Ryan di Common Cause alla CNN, a causa delle poche restrizioni poste sui leadership PAC “Nei prossimi anni questo denaro potrebbe facilmente e legalmente finire nelle sue tasche” e Trump “potrebbe anticipare di anni una corsa per il 2024 continuando a mungere i suoi sostenitori per ottenere contributi a questo fondo nero”.

Fonti: CNN, CBS, ABC 23/11/2020, Federal Election Commission

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