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La truffa dei bonus edilizi: sequestrati oltre 772 milioni per lavori “fantasma”

Pubblicato il Giugno 28, 2022

La Guardia di Finanza di Frattamaggiore ha sequestrato preventivamente, per un ordine emesso dal GIP del Tribunale di Napoli Nord, oltre 772 milioni di euro, tra le province di Napoli e Caserta, vantati da 143 soggetti responsabili di una maxi-truffa relativa ai bonus edilizi.

Gli indagati richiedevano il rimborso dei bonus edilizi e di locazione per lavori che in realtà non erano mai stati eseguiti, incassando cifre stellari. Tra le persone coinvolte ci sono parcheggiatori, prestanome, percettori di reddito di cittadinanza, camorristi e perfino detenuti.

Come era strutturata la truffa dei bonus edilizi?

Il meccanismo era ben oliato: gli indagati inserivano nel portale Entratel dell’Agenzia delle Entrate i moduli richiesti per recuperare il credito per diversi milioni di euro, per lavori di ristrutturazione, di efficientamento energetico e per i canoni di locazione.

Si trattava in realtà di dichiarazioni false, poiché nulla di quanto dichiarato era mai stato realizzato, prodotte esclusivamente per ottenere i crediti di recupero, destinati invece ad opere reali.

Un sistema ben architettato che ha consentito agli indagati di intascare qualcosa come 772 di euro circa, oggi tutti sequestrati.

Le indagini partite dopo i controlli su due fratelli in Vallo della Lucania

L’indagine trae origine da un’analoga attività precedente che, nel mese di marzo, ha condotto al sequestro di 108 milioni di euro nei confronti di due fratelli residenti in Vallo della Lucania, nel salernitano.

Gli approfondimenti condotti sulle negoziazioni dei due imprenditori, condotte tra il 2021 ed il 2022, hanno permesso di individuare una serie di lavori edili e locazioni immobiliari inesistenti, per i quali era stato richiesto il bonus edilizio. I due fratelli in pratica avevano ottenuto un credito di svariati milioni di euro, per lavori di ristrutturazione di fatto mai eseguiti.

Truffa dei bonus edilizi: tra i responsabili addirittura un detenuto

Le indagini hanno permesso di accertare che tra i responsabili della truffa figuravano anche percettori o richiedenti del reddito di cittadinanza, ma anche persone già note alle forze dell’ordine come parcheggiatori o figure vicine ai clan camorristici.

Il caso più clamoroso riguarda una persona detenuta presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere, che avrebbe ricevuto l’incarico di lavori di ristrutturazione per oltre 34 milioni di euro e, allo stesso tempo, ne avrebbe fatti eseguiti altri per 30 milioni di euro.

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