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“L’Ucraina è una scena del crimine”: il procuratore dell’Aia a Bucha (VIDEO)

Pubblicato il 13 Aprile, 2022

“L’Ucraina è una scena del crimine. Dobbiamo dissolvere la nebbia della guerra per arrivare alla verità”, così Karim Khan.

Karim Khan

Il procuratore capo della Corte penale internazionale dell’Aia oggi ha visitato Bucha, teatro di centinaia di uccisioni di civili attribuite dall’Ucraina all’esercito russo che ha occupato la città per diverse settimane.

“Siamo qui perché abbiamo motivi ragionevoli per credere che vengano commessi crimini all’interno della giurisdizione del tribunale“, ha detto ai giornalisti.

Accuse di genocidio sono state mosse contro il presidente russo Vladimir Putin anche dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden e dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Né la Russia né l’Ucraina fanno parte della Cpi, ma Kiev ha accettato la giurisdizione della Corte per i crimini commessi sul suo territorio dall’invasione russa della Crimea nel 2014.

Il 3 marzo di quest’anno la Corte ha aperto un’indagine su sospetti crimini di guerra in Ucraina.

Intanto, così come scrive Repubblica, è una fascia bianca ostentata sull’avambraccio il nuovo simbolo del sostegno a Vladimir Putin e alla sua “operazione militare speciale” in Ucraina. Autorità locali e dipendenti statali stanno inondando VKtonkte, il Facebook russo, di foto in posa col nuovo vessillo dell’orgoglio patriottico accomunate dall’hashtag #BelajaPoVjaZka (“Benda bianca”) dove spesso le lettere “V” e “Z” dell’alfabeto latino sostituiscono le corrispettive in cirillico. Un modo semplice, scrivono, per dichiarare il proprio sostegno “ai nostri ragazzi” in Ucraina e per “mostrare solidarietà a quei pacifici ucraini che hanno sofferto o sono morti a causa del fuoco indiscriminato delle forze armate ucraine e dei battaglioni nazionalisti”.

Il riferimento sarebbe alle vittime di Bucha, la cittadina a Est di Kiev, rinvenute con le mani legate dietro la schiena da bende bianche. Secondo l’inviato di Komsomolskaja Pravda Aleksandr Kots, “i nastri bianchi sono i segni di riconoscimento russi”, ma “li indossavano anche i civili nei centri controllati dall’esercito russo” che per questo sarebbero “stati fucilati dai battaglioni ucraini di difesa territoriale”. Una versione contestata da Kiev. 

Le pose e le didascalie del nuovo flashmob sono sospettosamente simili tanto che molti utenti del social network hanno sottolineato come la partecipazione non sia affatto volontaria, in particolare visti i tanti studenti minorenni coinvolti. “Sono solo bambini, vengono semplicemente usati. È un incubo”, ha commentato ad esempio un tale Ernst. Altri hanno accostato le foto degli impiegati statali a quelle dei kapò dei lager nazisti. “Bende bianche furono introdotte per i cittadini sovietici che entrarono in servizio nella Wehrmacht”, ha notato invece l’oppositrice Marina Litvinovich. Un altro cortocircuito nella Russia che rivendica di lottare i neo-nazisti in Ucraina e intanto adotta simboli come i bracciali bianchi dei capicamerata dei deportati o la lettera “Z” che il commentatore politico Vitalij Portnikov ha definito una “semi-svastica stilizzata” e altri hanno soprannominato “Zvastica”. “Un fazzoletto bianco generalmente significa: Mi arrendo. E ora, quasi a comando, i dipendenti statali, insegnanti, bibliotecari, funzionari, indossano una benda bianca e scattano foto. Sembrano tutti feriti e, appunto, arresi”. Ma ancora peggio, prosegue Litvinovich, è il coinvolgimento degli studenti minorenni. “Ancora una volta, i bambini vengono coinvolti in questo velato confronto civile. Si insegna loro che nella nostra società ci sono “i nostri” e ci sono “i nemici”. È un percorso verso la guerra civile e coinvolgere i bambini è un crimine. È positivo finora che lo facciano sotto la costrizione e direzione dei più grandi. Sarà peggio quando diventerà una loro iniziativa. E purtroppo ci sono già le avvisaglie”. 

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