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Ucraina, la fuga degli oligarchi russi fa tremare il turismo in Italia

Pubblicato il 12 Marzo, 2022

La popolarità dei russi, dopo l’invasione dell’Ucraina, è precipitata, ma soprattutto tra sanzioni, congelamenti di beni e rapporti diplomatici ai minimi termini, l’estate in arrivo annuncia una ritirata del fronte turistico più ricco. E in tanti cominciano a temere per una nuova crisi che si aggiunge a quella post pandemia.

Cominciano già a fioccare le prime disdette dei turisti russi di alta fascia per l’affitto delle ville per le vacanze nella prossima stagione. Alcuni clienti abituali hanno infatti fatto sapere che non potranno venire in Versilia proprio a causa della guerra in Ucraina. Ed erano proprio i russi a coprire gran parte delle richieste delle abitazioni più esclusive di Forte dei Marmi, con prezzi che arrivavano fino a 250mila euro a stagione.

“Dalla Russia si sono già fatti vivi per far sapere che non verranno. E lasceranno sfitte le abitazioni che prendevano in affitto estate dopo estate”, spiega un agente immobiliare che opera soprattutto con i turisti stranieri. “Confidiamo che parte di questa fetta di mercato possa essere rimpiazzata dai turisti italiani. Ma, a livello di affari, non potrà essere la stessa cosa”.

Stessa preoccupazione all’Argentario, dove sono finiti nel mirino i magnati del petrolio Arkady e Boris Rotenberg, proprietari della Tenuta Olmo, con quasi 6 ettari di parco. La magnifica proprietà acquistata dall’ex presidente del Bologna calcio, Gazzoni Frascara, si trova nell’interno del monte e alle spalle della spiaggia di Pozzarello, subito prima di Porto Santo Stefano. Il valore stimato è di 16 milioni di euro.

Lì vicino, a Porto Ercole, i sigilli sono stati apposti a Villa Feltrinelli, adiacente a Cala Grande, dimora di proprietà del magnate russo-ucraino con cittadinanza tedesca German Khan, fondatore del colosso Alpha Group. Se si aggiungono le due residenze alle tante ville prese in affitto dai russi a prezzo galattici, si capisce la pesante ricaduta per l’indotto di giardinieri, marinai, cuochi, guide turistiche, esperti di immersioni, interpreti, esperti in sicurezza personale.

Non c’è categoria che la prossima estate non ne risentirà, spiegano in un’agenzia di collocamento stagionale.

Ma sono in tanti, soprattutto lungo le coste tra Forte dei Marmi e l’Argentario a tenere ben presente che decine di ville ma anche alberghi, locali e quote azionarie di attività imprenditoriali sono di proprietà della ricca cerchia di oligarchi che ruota intorno a Putin. E solo una minima parte di loro è finita per il momento nelle black list.

A Forte dei Marmi, dove in estate trascorrono, o forse sarebbe meglio dire trascorrevano, le proprie vacanze molti dei personaggi più in vista di Mosca e San Pietroburgo, sono tante le dimore scelte come “buen ritiro” lontano dagli occhi indiscreti (almeno fino ad ora) dell’opinione pubblica internazionale.

Fra i nomi più in vista del mondo politico-finanziario russo, spiccano fra gli altri quelli di Artem Avetisyan, magnate che sembrava intenzionato a trasferirsi proprio a Forte dei Marmi, o di finanzieri del calibro di Aleksandr Khloponin e Mikhail Prokhorov. Sempre a Forte dei Marmi ha stabilito il suo quartier generale anche Oleg Tinkov, uomo d’affari che è stato inserito nella classifica dei venti uomini più ricchi della Russia, che qui ha acquistato un albergo a due passi dall’iconico Pontile di Forte dei Marmi trasformandolo in un resort extralusso (che ha poi ribattezzato “La Datcha”).

E, non contento, al suo personale monopoli ha aggiunto anche uno degli stabilimenti balneari più esclusivi della capitale vip del turismo versiliese. Ma Tinkov – come lui stesso ha tenuto a ricordare in questi giorni – non fa parte del “cerchio magico” di Putin, ma semmai è fra gli imprenditori considerati “meno vicini” al presidente russo.

A non molti chilometri di distanza dalla Versilia dorata, nell’ancor più protetta campagna della Lucchesia, Oleg Savchenko ha invece acquistato di recente Villa Lazzareschi a Camigliano di Capannori, investimento da svariati milioni di euro che da qualche giorno è però finito sotto la lente d’ingrandimento della Guardia di finanza italiana.

C’è poi chi la Toscana l’ha scelta non tanto per trascorrervi le vacanze e comprare casa, quanto per fare affari. È il caso di Roman Trotsenko, già proprietario di una serie di aeroporti in Russia, che è diventato azionista di riferimento della società che gestisce l’aeroporto di Grosseto. A suo tempo dichiarò che l’investimento maremmano era dettato dall’amore per la Toscana ma anche dalle potenzialità di uno scalo che si pone a poca distanza da Roma e Firenze. Ora, però, il suo progetto sembra essere ad alto rischio.

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