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Volley – Accuse di razzismo, Travica passa al contrattacco: “La questione si discuterà nelle sedi opportune”

Pubblicato il 3 Maggio, 2022

Ha aspettato che finissero gli incontri in campo contro Modena per annunciare, tramite il suo profilo ufficiale di Instagram, che non è sua intenzione lasciar passare le accuse ricevute di razzismo.

Le parole di Dragan Travica:

“Sono state cinque gare pazzesche, due settimane decisamente intense sportivamente parlando…e NON!

Oltre allo sport infatti c’è stato molto di più, troppo, e quel più mi ha profondamente coinvolto tanto da vivere contemporaneamente forti delusioni e silenziose soddisfazioni, come se corressero insieme a braccetto lungo una linea di un’elettrocardiogramma. Come quella che vedi in una semplice visita d’idoneità sportiva. Sali dal cubo, scendi dal cubo. Non ti devi fermare e fai sempre più fatica, a volte vai in apnea ma non puoi, non devi mollare. Fino alla fine.

Non sono qui per scrivere a mia discolpa sul fattaccio accaduto in gara 1 di semifinale Scudetto, non ne ho bisogno. La coscienza pulita ha una forza imbattibile. Se poi, ce ne fosse anche bisogno, i vari video che girano sul web parlano da soli.

Aggiungo una cosa. Dopo la squalifica a Leal, è seguito un ricorso da parte di Modena Volley. Nella Corte Sportiva d’Appello si legge: “nessuna prova è emersa, né è stata fornita dai ricorrenti, sulla presunta offesa a sfondo razziale che sarebbe stata posta in essere”. Inoltre, non mi risulta che penda nei miei confronti un procedimento disciplinare, mentre se fosse stata accertata l’esistenza di una offesa razziale, il procedimento avrebbe preso automaticamente avvio.

Credo che se Leal avesse davvero sentito, da parte mia o di chiunque altro, insulti a sfondo razziale lo avrebbe urlato in quel momento stesso, a me, agli arbitri che erano a mezzo metro da noi, a tutto il palazzetto. Lo avrebbe detto al mio capitano che lo ha portato di peso nel suo spogliatoio. Invece no, c’è stato solo un gran calcio…sui miei coglioni. Si proprio lì. Vi faccio fare una risata. Per dignità nel non mostrare nessuna debolezza sono rimasto dritto, immobile, con lo sguardo fisso su Leal e internamente scioccato dalla piega che aveva preso la situazione.

Invece che una riduzione della squalifica, mi sarei aspettato comunicati che prendessero le distanze dalla violenza e dalle gravi accuse pubbliche e diffamatorie che mi sono state fatte. Si, perchè circa 24h dopo, N’Gapeth ha pubblicato tre post sul suo profilo Instagram accusandomi di essere un razzista ed un traditore. Poi li ha cancellati. Chissà perché.

Oltre al calcio, ho subito una gogna mediatica violentissima, condita da centinaia di insulti e minacce di morte. Con la potenza dei social di oggi, e soprattutto di chi non li sa usare, o li usa senza usare il cervello, questa fake news è arrivata in tanti paesi del mondo. Al giorno d’oggi vanno di moda le fake news tanto quanto va di moda strumentalizzare il razzismo.

Tutto ciò, oltre ad avermi condizionato per giorni e avermi profondamente rovinato l’immagine, ha toccato la mia famiglia. Questo è stato il momento più pesante. Ma è stato il momento in cui ho preso la decisione di voler andare fino in fondo. Infine, quella standing ovation dei tifosi gialloblù al PalaPanini in gara 4 a Leal, durante la presentazione dello starting six, è stata l’ennesima dimostrazione di quanto molte persone, non tutte, non abbiano forse capito il volume della gravità di questi atteggiamenti che niente hanno a che fare con lo sport.

Il tifo spesso indossa un paraocchi, ma dietro ogni tifoso c’è una persona, come me, come te, come tutti. E tutti noi abbiamo una responsabilità nel seguire la verità, a qualunque costo.

Inizierà un percorso che ha come scopo la giustizia, la questione si discuterà nelle sedi opportune. Quando si sbaglia, e nemmeno si chiede scusa, si deve pagare. Non posso e non voglio lasciar perdere.

Nella vita c’è sempre una morale, sorretta dai veri valori, colorata di gesti e parole, firmata con la verità. Come in questa mia lettera. Io questi valori voglio farli rispettare per migliorare, anche se solo di una briciola, questo mondo che pian piano stiamo perdendo.

Mi sentivo di voler scrivere pubblicamente, a modo mio, di getto…a voi appassionati di pallavolo, tifosi, giovani e adulti, a chi mi vuole bene e chi no. Per amore della pallavolo ma soprattutto per amore della verità. Sempre e comunque.

Ieri ha vinto Perugia. Vincerà anche la Giustizia.

Dragan Travica”

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