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FIERA DELLE MERCI A LA QUERCIA. ATTENZIONE AI DIVIETI

Divieto di sosta con rimozione e divieto di circolazione domenica 20 settembre, dalle ore 01 alle ore 22, a La Quercia, nelle seguenti vie e piazze: piazza del Santuario, via del Lavatoio, via del Risorgimento, via della Robbia, via Sangallo, via Tosini, via del Passetto, piazza della Pace.

Pubblicato il 19 Settembre, 2020

Divieto di sosta con rimozione e divieto di circolazione domenica 20 settembre, dalle ore 01 alle ore 22, a La Quercia, nelle seguenti vie e piazze: piazza del Santuario, via del Lavatoio, via del Risorgimento, via della Robbia, via Sangallo, via Tosini, via del Passetto, piazza della Pace.

I provvedimenti si rendono necessari per consentire il regolare svolgimento della tradizionale fiera delle merci.

Storia della Fiera delle merci:

Un tempo in quasi tutti i paesi, tra agosto ed ottobre era tradizione che fosse allestito un ampio spiazzo destinato alla Fiera degli animali, il Foro Boario, per le compravendite, soprattutto, dei bovini utilizzati dai contadini nei lavori agricoli.

Le fiere erano anche l’occasione per fare festa, permettere incontri e nuove conoscenze; in certi casi la gente e gli animali pervenivano alle fiere anche da grandi distanze ed erano frequenti i pernottamenti sul posto prima o dopo lo svolgimento del mercato. Secondo alcuni documenti la Fiera della Quercia in località “Campo Boario o della Fiera” fu istituita già dalla metà del Duecento e Giulio II nel Cinquecento decretò che fosse libera da ogni tassa. Nel 1516 Leone X concesse ai viterbesi di poter effettuare, in perpetuo ogni anno, due fiere : la prima si teneva per la Pentecoste, la seconda a settembre e questo “privilegio” venne confermato nel 1544 da Paolo III. Nei primi del Seicento Clemente VIII decise che la fiera di maggio doveva iniziare il mercoledì precedente alla Pentecoste e finire otto giorni dopo la festività del Corpus Domini mentre quella di settembre doveva iniziare il 12 e concludersi il 4 ottobre.

I venditori di bestiame dovevano attenersi a regole ben precise: dalla strada che dovevano percorre con gli animali, al rispetto del posto assegnato nella zona adibita alla determinata razza. Tali norme venivano fatte rispettare dal Deputato di Fiera, pena la confisca degli animali.

Nella metà dell’Ottocento, per evitare che gli animali fuggissero via, furono realizzati dei robusti recinti in legno che oltre ad essere numerati dovevano rimanere chiusi a chiave. Nei primi decenni del Novecento in questo spazio venne creato un ippodromo per la corsa alla tonda di cavalli con fantino che si svolgeva durante le festività di Santa Rosa, utilizzato poi anche come pista per gare di moto.

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