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Covid 3 giugno, pochi tamponi, pochi contagi. Tasso di positività al 2%. Catania caso nazionale?

Pubblicato il 26 Aprile, 2024

Dai dati del Bollettino del Ministero della Salute, in Sicilia, nelle ultime 24 ore si sono diagnosticati 254 nuovi casi di coronavirus. Si devono registrare persone decedute. Confronta i dati con il Bollettino di ieri

8.304 siciliani restano in isolamento domiciliare.
I tamponi processati sono stati 11.716 (ieri 13.571) e dunque il tasso di positività si attesta sul 2,16% (ieri 2,12%).

11716 i tamponi processati; il tasso di positività è del 2,16% (ieri era del 2,12%).

186 i guariti.

In ospedale restano ricoverati 459 pazienti, di cui 46 (ieri erano 47) in terapia intensiva.

La distribuzione nelle province. Catania 71 nuovi casi, Ragusa 53, Palermo 47, Trapani 37, Siracusa 26, Enna 10, Caltanissetta 5, Messina 4,  Agrigento 1.

La situazione in Italia. Sono 1968 i nuovi contagi. 59 le persone decedute in un giornoil tasso di positività sale al 2% (ieri era del 1,2%).

Catania caso nazionale?

Il dr Giuseppe Liberti – commissario per l’emergenza Covid dell’area metropolitana di Catania – smentisce l’esistenza di un “Caso Catania” e precisa: “Sul dato del contagio nella provincia di Catania i numeri confermano che siamo in linea con il trend nazionale”.

E ancora: “I numeri vanno contestualizzati e letti tenendo conto dei fattori che incidono sull’incremento o il decremento. Per esempio, lo scorso mese di maggio, la città di Catania ha avuto una media di circa 160 positivi a settimana. Significa intorno a 22 contagiati al giorno su una popolazione di oltre 300 mila abitanti. Il dato, per quanto sia da valutare con molta attenzione, non è preoccupante ed è in linea con il dato nazionale”. “In tutta la provincia, sempre a maggio si sono registrati, in media, circa 800 positivi. Poco più di 100 al giorno. Il dato di Catania è però rimasto sempre stabile. Ma c’è secondo il dr Liberti da considerare che: “la provincia etnea ha avuto dei comuni in Zona Rossa – e, in questo momento, ci sono almeno 5 Comuni vicini alla soglia di attenzione e che a breve potrebbero passare in Zona Rossa.

L’ultima affermazione del dr Pino Liberti segue un ragionamento logico: “In provincia di Catania sono attivi due drive in (Catania e Acireale) maggiore è il numero di tamponi, più alto è il numero di positivi che può essere scoperto”. Su questa ultima affermazione del dr Liberti ci sarebbe molto da discutere, sul perché lo Stato e la Cabina di Regia nazionale non imponga un numero minimo di tamponi per abitanti. Abbiamo più volte sostenuto che in questa maniera chi fa più test viene penalizzato. Ma questo è un altro discorso.

L’altro ieri abbiamo pubblicato il Punto di vista dell’infettivologo catanese Bruno Cacopardo sulla situazione epidemica nell’area Etnea, articolo che vi riproponiamo:

“L’area Etnea rischia, situazione peggiore sia rispetto alla Sicilia sia ai dati nazionali”

L’affermazione viene dritta dritta da uno dei più bravi medici di questa città, il prof. Bruno Cacopardo, esperto infettivologo, che non nasconde la sua amarezza per la situazione Etnea dell’infezione da Covid 19, definita “preoccupante rispetto sia alla situazione siciliana sia alla situazione nazionale”.

“Sulla base del confronto di medie settimanali emerge – spiega il prof. Cacopardo – che incidenza (su numero abitanti), percentuale di tamponi positivi (su tamponi eseguiti), tasso incidentale degli attuali positivi dell’area Etnea è stabile da almeno 4 settimane, in netta controtendenza con tutto il territorio nazionale e regionale”.

E ancora: “Dove ci si è “opposti” alle misure igieniche di prevenzione, il trend discendente si è arrestato. Se a ciò si unisce una campagna vaccinale con tassi di adesione tra i più bassi d’Europa (confronto tra città) e l’esistenza di clusters provinciali “irredimibili” (nell’area di Randazzo, Bronte e Biancavilla dove, inspiegabilmente, l’incidenza è cristallizzata da mesi) ci si accorgerà che c’è poco da stare allegri“.

Il prof. Cacopardo conclude con un vero e proprio grido d’allarme: “In una Italia che volge al bianco, Catania rischia di colorarsi diversamente”.

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