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Stefano Albano: 'l'amministrazione naviga a vista, ma si potrebbe fare molto'
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Albano (Pd): “Fondi microcredito al Napoli calcio, quali misure per il post-pandemia?”

Pubblicato il 12 Dicembre, 2020

Microcredito al Napoli calcio. Stefano Albano, consigliere comunale del Partito democratico, scrive in una nota: “Tra gli strumenti già finanziati di cui la Regione Abruzzo dispone per far fronte alla crisi dell’economia dovuta al Covid c’è quello del microcredito, un fondo per lo sviluppo economico che consente l’accesso ai servizi finanziari alle persone in condizioni di disagio economico; è un meccanismo molto utile in emergenza, perché permette ai titolari di piccole attività esclusi dai prestiti bancari per mancanza di garanzie di poter accedere comunque al credito. Fu la giunta Chiodi, di centrodestra, ad attivare questo strumento, rinnovato anche dalla successiva giunta D’Alfonso di centrosinistra. L’ultimo bando per l’accesso al microcredito risale al 18 dicembre 2018, ciò significa che gli attuali rappresentanti regionali non hanno ritenuto utile prorogare questa misura, e non certo per questioni di campanilismo partitico: la realtà è che quei fondi, ben 8 milioni di euro, sono stati spesi per pagare il ritiro estivo del Napoli calcio a Castel di Sangro, come denunciato dalla stampa. Marsilio si è difeso sostenendo che da una presenza così ‘prestigiosa’ hanno ‘beneficiato tutti’, eppure non ha mai reso noto un rapporto costi-benefici di quella scelta. La presenza del Napoli in Abruzzo ha generato ricadute economiche per più di 8 milioni di euro? I risultati vanno sempre misurati coi dati. E riguardo al microcredito, hanno intenzione di riattivarlo? Questi strumenti nascono proprio per rispondere agli shock economici, quindi privarcene in piena pandemia – senza trovare soluzioni alternative – è come darsi la zappa sui piedi. Erogare ristori in questi mesi di chiusure è un punto di partenza per far galleggiare l’economia, ma come immaginiamo la ripartenza senza un piano per fornire liquidità? Nel periodo di ulteriore incertezza che si prospetta davanti a noi, solo le istituzioni possono aiutare le Pmi a ricominciare e rinnovarsi e a iniettare fiducia nei mercati. La Regione Abruzzo, ad oggi, non si sta occupando né dei ristori, né di delineare un sostegno alla ripartenza dell’economia. I fondi del Cura Abruzzo, pensati per indennizzare i mancati introiti del primo lockdown, ancora non arrivano nelle tasche dei beneficiari; finché la Regione lascerà che sia solo un funzionario ad occuparsi di tutte le pratiche, i commercianti dovranno aspettare ancora un bel po’ di tempo prima di vedere questi ristori: ho proposto di assumere circa 20 professionisti per il tempo utile a smaltire tutte le pratiche, ma da Palazzo Silone tutto tace. Ci sono poi 6,5 milioni di fondi Restart per il cratere aquilano, su cui ho chiesto al sindaco Biondi di farsi portavoce presso i membri del suo partito che ricoprono incarichi dirigenziali in regione affinché indichino le modalità di erogazione; l’affidamento ad Invitalia, infatti, rischia di produrre enormi ritardi. Per il post pandemia ho suggerito alla Regione di riattivare i fondi Restart per l’accesso al credito agevolato delle Pmi (già in cassa) e al Comune di effettuare una ricognizione delle risorse nelle disponibilità dell’ente ma non spese, settore per settore, per aiutare le imprese aquilane. Le mie proposte vogliono quantomeno attivare un dibattito, si potrebbero trovare anche altre soluzioni, il dato preoccupante è che in città la classe dirigente al governo di Comune e Regione non dà risposte“.

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