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Associazione “a Sinistra”circa la lettera “sfogo” della sig.ra Sara Cheli

Pubblicato il 1 Febbraio, 2021

Abbiamo letto con attenzione e sincero rispetto la lettera “sfogo” della sig.ra Sara Cheli, uscita recentemente su molte testate giornalistiche locali e scritta in veste di moglie del Sindaco.

Pur volendo fermamente credere nella buona fede e avendo in odio ogni forma di offesa, non possiamo che rammaricarci nell’aver gettato nell’agone politico dei bambini.

Non possiamo dimenticare che un determinato modus operandi non è certo imputabile ad una parte politica. Diverse persone con ruoli pubblici in passato hanno subito veri attacchi alla loro morale ed etica con pesanti riferimenti anche alle famiglie. Non per questo hanno pietito comprensione.

É dunque evidente che quando queste modalità hanno fatto comodo siano state tollerate senza alcuna remora.. Bisogna anche ricordare che quando si decide di scendere attivamente in determinati campi, come quello della politica, si diviene personaggi pubblici, con tutto ciò che questo comporta.

Ovvero anche quell’insieme di regole scritte e non che fanno da contorno, compreso il diritto di satira. Quando a dar fastidio è la satira c’è sempre da preoccuparsi, tanto più se fondata su affermazioni realmente fatte. Chi ha paura di Pulcinella, ha paura di se stesso. Scendere attivamente in politica è una scelta consapevole, fatta nel pieno delle proprie libertà.

Abbiamo provato invece ad immedesimarci in chi, senza scelta, a causa delle politiche dell’attuale amministrazione, sta rischiando di vedere sfumare nel nulla anni di lavoro e fatica. A provare a capire quale possa essere lo stato d’animo di chi vede anni di esperienza e sacrifici svanire improvvisamente, senza avere voce in capitolo. Di quei lavoratori di aziende che hanno subito, senza colpe, accuse delle peggior collusioni.

Abbiamo cioè provato a scrivere qualcosa di analogo alla lettera pubblicata, mettendoci nei panni di persone comuni, a cui nessun giornale avrebbe dato spazio. Abbiamo dovuto usare l’immaginazione perché nel clima di terrore che serpeggia attualmente nelle diverse realtà associazionistiche e cooperativistiche piombinesi, nessuno avrebbe il coraggio di scriverla apertamente, attento a cercare di salvare il salvabile:

“Sono una giovane donna normale, tranquilla. Non faccio parte di gruppi organizzati, frequento saltuariamente i social, ho una famiglia, delle aspettative per il mio futuro e, fino a qualche giorno fa, anche un lavoro. Senza che nessuno abbia voluto confrontarsi con me o con i miei colleghi, o con gli utenti del servizio per il quale lavoravo, mi è stato dato il benservito. Si dice siano scelte politiche. Fin qui va come va il mondo. Quando sotto la pagina social dell’uomo che mi dovrebbe rappresentare si aleggiano responsabilità gravi del servizio in cui ho lavorato con serietà e, a mio parere, prive di fondamento, e comunque lasciate lì senza nessuna risposta, mi è difficile restare serena. Anch’io mi sono detta: che dirò alle mie figlie?visto che l’uomo che ci rappresenta tutti non ha sentito neanche la necessità di dare la risposta più ecumenica e scontata.

Come ad esempio: “se ritiene che vi siano stati episodi di illegalità li denunci alle autorità competenti, altrimenti le chiedo di astenersi dal proporli sul mio profilo”. Ma non ho avuto risposta.

Io sono serena, perché non ho da abiurare niente di ciò che ho fatto e quindi, pur trovandomi a pagare il prezzo di scelte non mie, non cercherò inutile pietismo, mi accontenterò della sana ed autentica solidarietà di chi mi conosce. Soprattutto non userò certo le mie bambine per una puntata degna di una saga di Bardara D’Urso”.

Associazione a Sinistra

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