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Giovane commessa licenziata tramite Whatsapp. Il motivo? Clamoroso. “Non è come siamo rimaste”

Pubblicato il 8 Maggio, 2023

Ultimamente sui social si stanno raccontando storie piuttosto curiose che gravitano intorno al mondo del lavoro. Pochi giorni fa una ragazza dichiarò di aver rifiutato un contratto da 1.000 euro al mese mascherato da part time in un bar e la questione suscitò non poche polemiche.

Adesso ad essere finita sotto i riflettori dei social è la storia di Francesca Sparacino che, a suo dire, sarebbe stata licenziata a causa del colore dei capelli.

Il racconto della commessa: “Licenziata a causa dei miei capelli”

La stessa Francesca Sparacino, giovane commessa 24enne consigliera di Rifondazione Comunista nel comune di Granarolo, racconta la sua peripezia lavorativa: “Sono laureata in pittura e stavo lavorando per mettere da parte dei soldi per conseguire la seconda laurea e diventare insegnante”.

La giovane inizia così a lavorare per la Hammersmith, brand che propone capi d’abbigliamento per giovani e adolescenti, ma rivela che subito ci sono stati intoppi con i suoi capelli al momento dell’assunzione: “Anche all’epoca avevo i capelli colorati, decido di accettare la proposta economicamente vantaggiosa, e agli inizi di aprile inizio il mio periodo di prova di 25 giorni come commessa nel negozio di abbigliamento per adolescenti”.

L’azienda però le chiede di scurire i capelli per essere assunta, cosa che lei ha fatto: “Così ho fatto un colore ciclamino e dopo la nuova tinta sono stata assunta in prova. Il colore, con i lavaggi, si è di nuovo acceso e poi schiarito”.

Alla fine opta per un colore melanzana, che però non è stato gradito dalla capoarea, che la richiama tramite Whatsapp anche per il suo abbigliamento: “Non è come siamo rimaste – ha scritto – ti chiedo di farlo con colore meno acceso, dobbiamo mantenere uno stile semplice. E i pantaloni: in negozio o jeans o pantaloni semplici comodi ma non tute”.

Il licenziamento e l’intervento degli avvocati

Morale della favola? Francesca Sparacino è stata licenziata, secondo lei a causa del suo colore di capelli, e ritenendo che ci siano gli estremi della discriminazione si è rivolta al sindacato USB e all’avvocata Claudia Candeloro per impugnare il licenziamento.

Dal suo canto l’azienda respinge al mittente le accuse di discriminazione e spiega: “Nei confronti di Francesca Sparacino non c’è stata alcuna discriminazione, ma un giudizio complessivo non positivo sul suo lavoro”. Insomma, c’è lavoro per giudici e avvocati.

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