Il filmato, ovviamente già diffuso sul web, mentre posa con alcuni tifosi che sventolavano una bandiera russa con il volto di Vladimir Putin sta sollevando un altro polverone.
Tutto è accaduto nella serata australiana di ieri, dopo che il figlio (nei giorni scorsi al centro di qualche polemica per un battibecco con l’arbitro per far allontanare un tifoso ubriaco e anche per un “pizzino” ricevuto dal box durante la partita del secondo turno) aveva appena travolto il russo Andrei Rublev qualificandosi alla semifinale dell’Australian Open.
Rublev che, così come tutti i giocatori russi (tra questi anche Karen Khachanov, semifinalista dalla parte opposta del tabellone rispetto a Djokovic) gioca senza bandiera dopo i provvedimenti dello scorso anno presi dall’Itf.
Fuori dalla Rod Laver Arena sono comparse, comunque, bandiere russe, inizialmente concesse anche all’interno degli impianti, purché non ci fossero riferimenti a Putin, ma successivamente bandite dopo che una bandiera era spuntata, creando parecchio imbarazzo, durante il match di primo turno femminile tra la russa Kamilla Rakhimova e l’ucraina Kateryna Baindl.
“Quattro persone tra la folla che lasciava lo stadio hanno mostrato bandiere e simboli inappropriati e minacciato addetti alla sicurezza – si legge nella nota – La polizia di Victoria è intervenuta e sta continuando a interrogarli. Il comfort e la sicurezza di tutti sono la nostra proprietà e lavoriamo a stretto contatto con la sicurezza e le autorità”.
Sempre nel video, si vede Srdjan Djokovic pronunciare una frase in serbo prima di salutare i tifosi russi e prendere un’altra direzione: sembrerebbe dire, così come riportato dai media australiani, “Lunga vita ai russi”.
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