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Saccheggi e rivolte in Ecuador, narcotrafficanti irrompono in diretta tv: paese in preda all’anarchia, che sta succedendo? [VIDEO]

Pubblicato il 10 Gennaio, 2024

L’Ecuador è un paese in preda al caos, in piena anarchia e ad un passo dalla guerra civile. Saccheggi, rivolte nelle carceri, irruzioni nelle sedi tv e rapimenti dei poliziotti sono solo alcune delle cose gravissime che stanno succedendo nel paese sudamericano, dove sono all’ordine del giorno scontri aperti tra poliziotti e narcotrafficanti che agiscono sempre più impuniti, come dimostrano i video che circolano sui social. Il bilancio attuale parla di 8 morti, ma la situazione potrebbe aggravarsi considerando la rapida escalation di violenza.

La miccia che ha acceso l’incendio

Il caos è iniziato domenica, dopo la fuga dal carcere del famoso e potente narcotrafficante ecuadoriano Adolfo Macìas, detto Fito, boss della banda dei Los Choneros. Dopo l’evasione Daniel Noboa, presidente dell’Ecuador, ha dichiarato lo stato di “conflitto armato interno”, cioè uno stato di emergenza che per due mesi dà poteri straordinari alle forze dell’ordine per stroncare le iniziative dei narcotrafficanti che negli ultimi hanno visto crescere sempre di più il loro potere.

Macìas stava scontando una pena di 34 anni dal 2011 per traffico di droga, omicidio e criminalità organizzata, ma ha continuato a dettare legge anche dietro le sbarre. Domenica era previsto il suo trasferimento in un carcere di massima sicurezza a Guayaquil, la città portuale dove si stanno verificando le principali violenze, ma il boss è riuscito a scappare.

L’assalto in diretta tv

La decisione di Noboa ha scatenato la reazione furiosa delle gang locali che hanno dato il via ad una serie di azioni violenti, come furti, rapine e saccheggi in ogni angolo del paese. Uno dei casi più eclatanti e drammatici è stato l’assalto armato in diretta di un canale tv, proprio mentre stava andando in onda il telegiornale.

I criminali, armati fino ai denti, hanno mostrato alle telecamere pistole, granate, fucili e candelotti e hanno minacciato i presenti puntando le armi contro di loro. Gli agenti di polizia hanno fatto irruzione e sono riusciti ad arrestare 13 persone e sequestrato le armi di cui erano in possesso.

Questo però non è stato l’unica caso di violenza: in tutti il paese ci sono stati diversi saccheggi, uomini armati hanno fatto irruzione in un’università di Guayaquil e si registrano numerose rivolte carcerarie dove le guardie sono state pestate a sangue.

Noboa non arretra: “Nessun accordo con i terroristi”

La situazione è disperata ma la furia dei narcos non ha fatto arretrare Noboa, che anzi si è detto pronto a reagire ancora più duramente emettendo un decreto che dichiara gruppi terroristi 20 bande di trafficanti di droga e che autorizza l’esercito a “neutralizzare” le fazioni criminali “entro i limiti del diritto internazionale umanitario”.

Nel caos generale è fuggito un altro pericoloso narcotrafficante, Fabricio Colòn, evaso dal carcere di Riobamba durante la rivolta scoppiata lunedì notte. Noboa ha dichiarato che non scenderà mai a patti con i terroristi, attribuendo la recente ondata di violenza alla sua decisione di costruire un carcere di massima sicurezza e trasferire lì tutti i boss delle bande.

Inoltre il progetto del presidente prevede pene ancora più severe contro la criminalità, come il sequestro dei beni dei narcotrafficanti e l’allungamento delle pene detentive.

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