Pubblicato il 29 Marzo, 2024
Si era reso protagonista di un orribile femminicidio nel Salento, una volta in carcere ha tentato di togliersi la vita. Albano Galati, il 56enne residente a Taurisano, ha tentato il suicidio lo scorso sabato mentre si trovava in cella. L’uomo, come detto, è detenuto per l’omicidio di sua moglie, Aneta Danelczyk, avvenuto il 16 marzo scorso all’interno del loro appartamento a Taurisano. Ed è qui che la donna è stata uccisa con più di venti coltellate. Gli agenti della polizia penitenziaria sono riusciti a salvare la vita del 56enne in extremis. Per garantire la sua sicurezza, l’uomo è stato ora trasferito in isolamento e in una cella priva di oggetti o arredi che potrebbero essere utilizzati per nuovi tentativi di autolesionismo. Gli avvocati difensori di Galati hanno presentato una richiesta alla procura affinché lo psichiatra Elio Serra possa valutare le sue condizioni mentali attuali. L’omicida della moglie è in cura da anni presso un Centro di igiene mentale a Casarano.
Femminicidio nel Salento, le mosse della difesa
Questa mossa legale mira a comprendere se possa essere necessaria una perizia psichiatrica, che la procura potrebbe richiedere in base ai risultati delle valutazioni del medico di parte. Dopo il femminicidio nel Salento, Galati è stato trovato con una confezione di pillole e successivamente si è presentato spontaneamente alla polizia, confessando l’omicidio della moglie. Tuttavia, durante l’interrogatorio ha dichiarato di non ricordare il motivo del suo arrivo in commissariato e di non aver ucciso sua moglie, sembrando confuso. L’indagine attuale contesta all’uomo le accuse di omicidio volontario, tentato omicidio e minacce gravi, ma potrebbero emergere ulteriori dettagli dopo l’analisi dei telefoni cellulari della vittima e dell’assassino, che verrà condotta nei prossimi giorni. Gli avvocati dei figli della vittima e della vicina di casa ferita stanno seguendo gli sviluppi dell’indagine.
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