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Graffiti Art in Prison – Il progetto dell’Università di Palermo a Palazzo Steri

Il progetto GAP “Graffiti Art in Prison” del SiMUA – Sistema Museale di Ateneo dell’Università degli Studi di Palermo, diretto da Paolo Inglese, ha ottenuto il finanziamento all’interno del programma europeo Erasmus+.

Pubblicato il 26 Aprile, 2024

Il progetto GAP “Graffiti Art in Prison” del SiMUA – Sistema Museale di Ateneo dell’Università degli Studi di Palermo, diretto da Paolo Inglese, ha ottenuto il finanziamento all’interno del programma europeo Erasmus+.

Ideato dal team composto da Laura Barreca, Gabriella Cianciolo Cosentino e Gemma La Sita, e realizzato in collaborazione con Giovanna Fiume, il Dems-Dipartimento di Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali, l’Università degli Studi di Palermo, e altri enti storico-accademici europei, il progetto GAP si propone di valorizzare il patrimonio culturale di uno dei più importanti palazzi della città di Palermo, ovvero Palazzo Steri, e nello specifico i suoi graffiti risalenti all’inquisizione spagnola.

Palazzo Steri, tra il diciassettesimo e il diciottesimo secolo è stato sede del Santo Uffizio spagnolo, e nelle sue carceri i detenuti hanno lasciato tracce della loro permanenza attraverso una grande varietà di disegni e messaggi. Un patrimonio di immenso valore storico e culturale dunque, che sarà oggetto di un progetto multidisciplinare che coinvolgerà docenti internazionali, studenti delle Università e detenuti di istituti penitenziari siciliani. Ricerca scientifica, programmi artistici e impegno sociale sono infatti alla base di un percorso formativo ed educativo che prevede la produzione di pubblicazioni scientifiche, documentari, corsi intensivi, conferenze, workshop e seminari di divulgazione che si svolgeranno tra Italia, Spagna, Germania dal 2021 al 2023.

Inoltre, nel progetto vengono studiate e confrontate altre forme di graffiti carcerari e pitture murali, sia storiche che contemporanee, per una riflessione su vari luoghi di reclusione e sulle risposte artistiche a questi specifici ambienti nelle loro molteplici dimensioni: materiale, corporea, psicologica, spaziale e temporale.

I risultati di tre anni di studio e confronto dei graffiti, riflessione sui luoghi di reclusione antichi e moderni saranno contenuti in un libro e in un documentario.

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