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Infiltrazioni mafiose, sciolto il comune di Torre Annunziata per la seconda volta

La decisione presa dopo l’arresto dell’ufficio tecnico del comune di Torre Annunziata.

Pubblicato il 26 Aprile, 2024

Il Comune di Torre Annunziata, in provincia di Napoli, è stato sciolto dal Consiglio dei Ministri per infiltrazioni mafiose.

È il secondo scioglimento in due mesi e mezzo, il primo era avvenuto a seguito delle dimissioni di massa degli amministratori dopo l’inchiesta giudiziaria che aveva coinvolto anche il sindaco Vincenzo Ascione.

Dunque, da metà marzo la reggenza del comune oplontino è stata affidata al commissario prefettizio Antonio D’Acunto. A causa del secondo scioglimento avvenuto ieri, per infiltrazioni della camorra, a Torre Annunziata non si andrà alle elezioni il 12 giugno.

Le parole di Ruotolo: “Un atto dovuto, è ora di dare veri segnali di cambiamento”

Il primo a commentare la situazione che sta attraversando il comune campano è stato Sandro Ruotolo, senatore del Gruppo Misto.

“È stato un atto dovuto. Un’amministrazione già colpita da inchieste e arresti per gravi fatti di corruzione. L’ex vice sindaco e assessore alla legalità, Lorenzo Diana, chiamato a bonificare quella impervia palude burocratica, fu indotto, dopo soli cinque mesi, a rassegnare le dimissioni.

A Torre Annunziata è tempo di dare un segnale di cambiamento. Ci sono 18 mesi per ricostruire con rigore e trasparenza una classe dirigente credibile. L’appello è rivolto principalmente ai partiti politici ma anche a quelle liste civiche che si presenteranno alle prossime elezioni affinché sottoscrivano un ‘patto d’onore’ con i cittadini di Torre Annunziata, impegnandosi a non candidare chi si troverà coinvolto nella relazione del decreto di scioglimento, chi per parentela diretta e acquisita è in rapporti o frequentazioni con personaggi legati ai clan oppure coinvolto in indagini.

Torre Annunziata è una città disperata, disorientata dove regna un clima di sfiducia verso le istituzioni percepite come un corpo estraneo. L’uccisione di Maurizio Cerrato, il suo sangue innocente, deve spingere anche la politica a un salto di qualità. Oltre alla corruzione da oggi sappiamo che a Torre Annunziata così come a Castellammare di Stabia, il condizionamento mafioso ha pesato e pesa sulle scelte della politica.

Da queste parti i clan fanno affari da oltre 40 anni con una certa borghesia e imprenditoria mafiosa. È tempo di una ricostruzione democratica, occorre una classe dirigente in grado di riaccendere la speranza e lasciare alle spalle il vecchio modo di fare politica fatto di clientelismo e voto di scambio”.

Gallo del M5Stelle: “Un’occasione per tagliare per sempre col passato”

Anche Luigi Gallo, deputato del Movimento 5 Stelle, prova a cercare le cause che hanno portato allo scioglimento: “Un atto che deve far tracciare una linea di demarcazione profonda con il passato. D’ora in poi inizia la fase di ricostruzione di una città che merita di essere gestita da uomini e donne fuori da ogni logica connivente.

No alla mafia, no all’imprenditoria collusa. Noi come M5S siamo pronti per ridare vita ad una comunità offesa nella loro dignità e nei loro diritti. Venerdì 13 maggio alle ore 11.30 alle Terme vesuviane di Torre Annunziata terremo una conferenza stampa sul futuro della città. Interverrà anche un esponente nazionale”.

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