Così Jean-Marc Peillex.
“E’ inaccettabile – scrive – che sia il contribuente francese a pagare questi costi”.
Tre settimane fa il primo cittadino francese aveva dichiarato che “stanno verificando importanti cadute di pietre lungo la via normale francese al Monte Bianco, di giorno e di notte”.
Il disagio riguardava, in particolare, il tratto nei pressi del rifugio di Gouter. Per questo le autorità d’oltralpe raccomandavano agli alpinisti, intenzionati a compiere l’ascesa, di “differirla temporaneamente“.
“Pericolo di morte” aveva scritto in un post Jean-Marc Peillex. Le guide alpine francesi di Saint-Gervais-les-Bains e di Chamonix-Mont-Blanc avevano provveduto a sospendere l’ascensione lungo quell’itinerario: è un tratto particolare perché è considerato meno impegnativo rispetto alle altre vie di salita e, per questo, è più frequentato.
Secondo gli esperti, le precipitazioni di pietre sono state dovute alla siccità: “A causa delle condizioni climatiche eccezionali e della siccità, si stanno verificando importanti cadute di pietre. Le precipitazioni riguardano in particolare gli orari più frequentati, ovvero la mattina presto” aveva scritto in una nota la prefettura dell’Alta Savoia insieme con il Comune di Saint-Gervais-les-Bains.
“La decisione di sospendere le scalate va accolta con favore” avevano concluso. Una misura precauzionale da rispettare, specialmente in seguito ai tragici avvenimenti che hanno recentemente interessato la Marmolada, dove un ampio seracco di ghiaccio si è staccato, provocando la tragedia che ha sconvolto l’Italia.
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