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Orsini

“Non ho mai detto che voglio che i bambini vivano sotto dittatura”, l’ira di Orsini contro la manipolazione delle parole

Pubblicato il 6 Aprile, 2022

“È sfiancante, ma provo ugualmente ad arginare. Ieri sera a Carta Bianca non ho detto che voglio che i bambini vivano sotto una dittatura. Questo è assolutamente falso”, così Alessandro Orsini.

Il professore della Luiss risponde alle polemiche scaturite da quel che ha detto nella puntata di Cartabianca di ieri sera: “Io non ragiono in un’ottica politica ma umanitaria: preferisco che i bambini vivano in una dittatura e non muoiano sotto le bombe in nome della democrazia. Un bambino può essere felice anche in una dittatura”.

“Ho detto che preferisco che i bambini vivano in una dittatura piuttosto che sotto le bombe per esportare la democrazia occidentale – spiega in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook – Ho poi aggiunto che un bambino può essere felice sotto una dittatura, ma non può esserlo sotto le bombe. In sintesi, preferisco che i bambini vivano in democrazia”.

“Ma se l’alternativa è tra le bombe democratiche sulla testa dei bambini e la dittatura, che però assicura la pace sociale, preferisco, per i bambini e non per me, la dittatura – aggiunge – Questo non toglie che sarei pronto a combattere per difendere la democrazia italiana”.

“Certi salti logici sono soltanto distorsioni e strumentalizzazioni – conclude – Il fatto che non voglia la guerra per i bambini siriani non implica logicamente che non sarei disposto a battermi per difendere la democrazia contro un invasore o che io non apprezzi i partigiani italiani che hanno combattuto contro il nazi-fascismo”.

Orsini è tornato in tv dopo le polemiche delle scorse settimane e dopo che era stato sospeso dalla Rai per aver parlato della guerra tra Russia e Ucraina il 22 marzo scorso suscitando un’accesa discussione in studio.

Anche le opinioni espresse nella puntata di ieri dal docente di Sociologia del terrorismo internazionale stanno provocando accesi commenti, anche se Orsini ha voluto puntualizzare soltanto quelle che lui ha ritenuto oggetto di “distorsioni e strumentalizzazioni”.

Volodymyr Zelensky deve fare pace con se stesso. Deve darsi una calmata, politicamente è un incapace – ha pure detto – Se questa è una guerra che riguarda solo Russia e Ucraina, il presidente ucraino Zelensky fa quello che vuole. Se rischiamo una guerra nucleare, Zelensky deve darsi una calmata e non può pensare di precipitarci nella terza guerra mondiale o di chiedere a centinaia di imprese italiane di essere spazzate via. Se siamo coinvolti, Zelensky deve accettare che l’Italia e l’Europa abbiano voce in capitolo. Cinque giorni prima che iniziasse l’invasione russa, il cancelliere tedesco Scholz aveva tentato una mediazione: Zelensky avrebbe dovuto rinunciare alla Nato e dichiarare la neutralità dell’Ucraina, ha rifiutato. Il governo italiano deve assumere la guida della diplomazia della pace, deve rendersi disponibile al riconoscimento del Donbass e della Crimea. O l’Italia manda i soldati a proteggere gli ucraini, o bisogna fare la pace. La soluzione di mezzo è la peggiore. Immaginiamo per ipotesi che non siano stati i russi: sotto il profilo morale non cambia nulla, ci sono persone massacrate tutti i giorni dai russi. L’Italia deve assumere la guida del processo di pace o avremo altri massacri”.

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