Omicidio di Copertino, il Riesame conferma: “C’è la firma di Aportone sul delitto”

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Ancora una svolta nelle indagini e nel processo che riguarda l’omicidio di Copertino. Si tratta del caso dell’assassinio di Silvano Nestola, ex maresciallo dei Carabinieri in congedo, ucciso a 45 anni la sera dello scorso 3 maggio con quattro colpi di fucile, appena uscito da casa della sorella, mano nella mano con il figlio di 11 anni. Dopo un breve periodo in cui era tornato in libertà, il presunto assassino, Michele Aportone, 70enne di San Donaci, padre della compagna della vittima, accusato di aver ucciso Nestola, era tornato in carcere. Il giudice del Riesame aveva rigettato il ricorso discusso dall’avvocata Francesca Conte, legale della difesa, dopo che lo stesso Tribunale aveva annullato la misura in carcere per un copia incolla tra l’ordinanza e la richiesta avanzata dai pubblici ministeri Paola Guglielmi e Alberto Santacatterina. Subito dopo l’annullamento della misura, lo stesso gip aveva emesso una seconda ordinanza e Aportone era nuovamente finito in carcere. Ora, c’è una nuova svolta sul caso dell’omicidio di Copertino: Michele Aportone resterà in carcere.

Omicidio di Copertino, le motivazioni del Riesame

L’anziano, indagato insieme alla moglie Rossella Manieri, avrebbe seguito, controllato e ucciso il militare dell’Arma, per poi cancellare le prove del delitto, per porre fine al legame di questi con la figlia, da sempre osteggiato perché ritenuto responsabile della fine del matrimonio della figlia con il suo ex marito. Un legame cui peraltro aveva già posto fine la vittima dell’omicidio di Copertino, stanco della pressione esercitata dalla coppia di anziani. Il Tribunale della Libertà di Lecce ha depositato le motivazioni del diniego all’istanza di revoca della misura cautelare avanzata da Aportone tramite i suoi legali. Per il collegio composto da Carlo Cazzella, Giovanni Gallo e Maria Pia Verderosa, reggono le accuse contenute nell’ordinanza di custodia cautelare emessa una seconda volta dal gip Sergio Tosi dopo il precedente annullamento (da parte dello stesso Riesame) scaturito da ragioni puramente tecniche. I giudici sono scesi nel merito, ripercorrendo ogni passo delle indagini svolte dai pm Paola Guglielmi e Alberto Santacatterina. La difesa potrebbe ora ricorrere in Cassazione.

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Carmelo Dimitri

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