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Omicidio Francesco Pio Maimone, gli indagati a processo se la ridono e fanno il gesto delle manette

Pubblicato il 17 Aprile, 2024

A marzo 2023 fu ucciso il 18enne Francesco Pio Maimone, pizzaiolo napoletano, raggiunto da un colpo di pistola durante una sparatoria in cui non c’entrava assolutamente nulla.

Il presunto assassino non sembra minimamente pentito del suo gesto, anzi, insieme agli altri indagati si è messo a ridere e qualcuno ha fatto anche il gesto delle manette al termine dell’udienza del processo per la morte del 18enne.

Gli sberleffi e gli sfottò durante il processo

Come riferito da Fanpage, gli indagati hanno partecipato collegati in videoconferenza dalle carceri dove sono detenuti per assistere ad una testimonianza cruciale, quella dell’amico d’infanzia di Maimone che ha puntato il dito contro Francesco Pio Valda, accusato di aver premuto il grilletto e sparato il colpo di pistola fatale. Non è il primo episodio controverso, poiché Valda lo scorso dicembre registrò anche un video TikTok dal carcere di Terni dove era rinchiuso. Valda e gli indagati hanno avuto un atteggiamento canzonatorio e di sfida, noncuranti del fatto che si stesse svolgendo un processo per la barbara uccisione di un 18enne innocente.

In carcere ci è finita anche Giuseppina Valda, sorella di Francesco Pio, nei cui confronti fu applicata una misura di custodia cautelare in carcere in sostituzione degli arresti domiciliari. Nonostante il divieto di comunicare con persone coabitanti la ragazza infatti pubblicò sui social un video inneggiante alla mafia, dimostrando a sua volta un’agghiacciante spavalderia intrisa di quell’odiosa mentalità criminale tipica della camorra.

L’omicidio e la testimonianza chiave

I tragici fatti si svolsero tra gli chalet di Mergellina nella maledetta notte del 20 marzo 2023 quando, secondo gli inquirenti, la lite scoppiò per un pestone involontario ad una scarpa di Valda, ritenuto un esponente del gruppo criminale Valda-Aprea, attivo a Barra. Il ragazzo avrebbe litigato con alcuni ragazzi del Rione Traiano, per poi tirare fuori la pistola e fare fuoco.

Il proiettile raggiunse Francesco Pio Maimone, seduto ad uno degli chalet che non c’entrava assolutamente nulla con quella discussione e che spirò dopo pochi secondi. Carlo, l’amico di infanzia che era con lui, cercò di soccorrerlo ma invano. Proprio Carlo ha accusato Francesco Pio Valda, presente nel riquadro del monitor. Lui è stato uno dei primi testimoni a riconoscerlo, mentre gli altri si sono trincerati dietro un “non ricordo”.

Uno di loro è stato anche incriminato per falsa testimonianza durante l’udienza. Per questo motivo la pm Antonella Fratello ha preferito non rendere pubblica l’identità degli altri testimoni per evitare minacce e ritorsioni nei loro confronti e salvaguardare la credibilità e la regolarità del processo.

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