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È una pianta ”magica” e profumata: conosci gli usi e il significato dell’alloro?

Dalle battaglie alle gare poetiche, scopriamo la storia di una delle piante aromatiche più diffuse in Sicilia.

Pubblicato il 20 Gennaio, 2022

Dalle battaglie alle gare poetiche, scopriamo la storia di una delle piante aromatiche più diffuse in Sicilia.

Una delle prime immagini rievocate dall’alloro è senza dubbio la corona dei poeti, in particolare di Dante Alighieri. Infatti l’alloro, il cui nome scientifico è ”Laurus nobilis”, dall’antichità al Medioevo venne utilizzato come simbolo di vittoria nel campo della poesia.

Il ”laurus nobilis” cresce spontaneamente lungo le zone costiere del Mar Mediterraneo e, in Sicilia, è considerato molto importante. Tutti sicuramente penseranno alla famosissima ”acqua e alloro” preparata dalla nonna contro il mal di pancia.

L’alloro si trova nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (PAT) del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, come prodotto tipico siciliano, è infatti una delle piante officinali più diffuse sull’Isola.

È dunque molto utilizzato nella cucina siciliana, a partire dall’infuso ”della nonna”, con le foglie essiccate o fresche, con l’aggiunta di succo di limone e un po’ di zucchero. La pianta ha anche altre qualità benefiche: è decongestionante, diuretica, rilassante, e può essere utilizzata come sciroppo naturale contro la tosse e il mal di gola. È una sorta di panacea per ogni malanno che nemmeno l’elisir di lunga vita.

Chiaramente l’alloro è utilizzato anche per insaporire tanti tipi di piatti: carne, pesce, zuppe, prodotti sott’olio. Dalle bacche si può ricavare un olio aromatico, l’olio laurino, ingrediente indispensabile per realizzare l’antichissimo sapone di Aleppo. Le foglie di alloro possono fungere da segnalibro e allontanano le tarme dai libri.

Oltre ad avere tante qualità benefiche, l’alloro è anche un repellente per gli insetti: basta porre un bicchiere di acqua bollente con delle foglie essiccate davanti alle finestre o alle porte e i piccoli animali non si avvicineranno, a causa dell’odore sgradevole.

Nella mitologia greco-romana l’alloro era considerato sacro e simboleggiava la sapienza e la gloria: una corona di alloro cingeva la fronte dei vincitori nei Giochi pitici, nei campi di battaglia e nelle gare poetiche. Per questo motivo la pianta porta con sé, passando per il Medioevo fino ai giorni nostri, la sfumatura simbolica della vittoria, del trionfo e della fama.

Il lauro era inoltre sacro ad Apollo, dio del Sole, della musica, della poesia, della profezia e delle arti mediche. La sua amata, la ninfa Dafne, era stata trasformata in alloro e pertanto Apollo portava la pianta sempre con sé. Anche Petrarca utilizza spesso la figura dell’alloro nel suo Canzoniere, a partire dal nome della donna amata, ”Laura”.

La sfumatura simbolica della vittoria rimane oggi nell’utilizzo della corona che accompagna i neolaureati. Peraltro il termine ”laurea” deriva dal latino ”laurus” che significa ”alloro”, ma anche, in senso figurato, ”vittoria”.

In definitiva, quelle foglie che fin da piccoli siamo abituati a gustare essiccate o a intravedere tra le pagine dei libri, appartengono a una pianta dagli innumerevoli usi e dal nobile significato, che è bene custodire e tramandare.

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