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RNC 2020, day 1 ‘Land of Promise’. Donald Trump jr: ‘Joe Biden Biden è il mostro di Loch Ness della palude’

Dopo una prima parte in assetto diurno, con roll call e nomination di Trump a candidato ufficiale dei repubblicani alle elezioni 2020, la Republican National Convention è entrata nella sua fase notturna con le dichiarazioni di alcuni importanti membri del partito e figure vicine al presidente come il figlio maggiore Donald Trump jr.

Pubblicato il 25 Agosto, 2020

Dopo una prima parte in assetto diurno, con roll call e nomination di Trump a candidato ufficiale dei repubblicani alle elezioni 2020, la Republican National Convention è entrata nella sua fase notturna con le dichiarazioni di alcuni importanti membri del partito e figure vicine al presidente come il figlio maggiore Donald Trump jr.

Nel primo appuntamento che vede riuniti i repubblicani sono intervenuti, a supporto dell’attuale presidente e candidato alla prossima presidenza, figure quali l’ex ambasciatrice alle Nazioni Unite Nikki Haley, l’arcivescovo di New York Timothy Dolan, il veterano della seconda guerra mondiale Steven Melnikoff, il fondatore di Tuning Point Usa Charlie Kirk, l’imprenditrice Tanya Weinreis, l’ ex stella del football americano Herschel Walker, l’ex conduttrice Fox e la fidanzata di Donald Trump jr Kimberly Guilfoyle, Andrew Pollack che nel 2018 perse la figlia nel massacro al liceo di Parkland (Florida) e i coniugi McCloskey che a giugno uscirono dalla loro casa muniti di fucile d’assalto (lui) e pistola (lei) puntando le armi contro i manifestanti del movimento Black Lives Matter.
Fra i politici invece, sono stati schierati nella prima serata rappresentanti della camera come Jim Jordan (Ohio), Matt Gaetz (Florida), Vernon Jones (Georgia), poi il senatore Tim Scott (South Carolina) e altre figure del partito repubblicano come Steve Scalise, Kim Klacik, Sean Parnell e Ronna McDaniel.


La prima serata della RNC 2020 ha parlato dell’America come di una terra di promessa e si è basata su uno stile comunicativo piuttosto formale ed evocativo, che si immagina verrà mantenuto anche nei prossimi tre appuntamenti. La retorica di racconto ha incluso un’apertura con voce narrante di Jon Voight (attore americano e babbo di Angelina Jolie) e l’impiego durante tutto l’evento di una colonna sonora in stile colossal, che di volta in volta avvolgeva importanti monumenti e siti federali di Washington introducendo al contempo i vari ospiti. Gli interventi degli speaker, allo stesso modo, hanno riflesso una concezione formale e ideale del Paese. Un’impostazione piuttosto diversa da quella scelta dai democratici, popolata invece da gente comune, storie di ogni giorno e figure politiche che per una cospicua parte si son fatte riprendere in ambienti domestici piuttosto che davanti alle bandiere, riservate agli amministratori in carica. Durante la serata dei repubblicana qualche testimonianza di persone che possiamo definire come comuni c’è pure stata ma è stata proposta con dei video registrati in studio, l’impiego di luci studiatissime, degne delle migliori serie tv americane. Non esattamente un approccio naturale, piuttosto una costante ricerca di stile, di sapiente esercizio di maniera.


Non sono dunque mancati concetti come quelli espressi da Tanya Weinreis del Montana, una piccola produttrice di caffè sposata a un marine ed ex ufficiale di polizia da lei definito come il suo eroe, che ha raccontato le difficoltà della sua azienda tempo del Covid a causa dei tanti ordini cancellati e di come si è rivolta alla fede in quel momento “fede in Gesù e fede nell’America”. La Weinreis ha espresso la sua preoccupazione per “una generazione di americani a cui è stato detto che il sogno americano non esisteva. Questa è una bugia, io lo so perché io ho vissuto quel sogno. Perciò io sento così fortemente che noi abbiamo bisogno di un presidente il quale crede nel sogno americano, come il presidente Donald Trump.” Poi ha proseguito dicendo che la sua azienda è stata una delle prime a ricevere un “self-employed PPP loan” (prestito previsti dal Paycheck Protection Program dedicato ), una somma che non solo ha fatto da “salva vita” per la sua impresa, permettendole di salvare tutti i posti di lavoro in essere, ma ha pure portato a fare nuove assunzioni. L’imprenditrice si dunque detta molto preoccupata dalla prospettiva di avere Joe Biden come presidente e di sperimentare con lui nuovi shoutdown e rivolte.
Questo è il tipo di narrazioni con cui i repubblicani vogliono presentarsi agli elettori, facendo appello a un immaginario americano che in passato spesso è stato dipinto nel film delle major hollywoodiane.


Non sono mancati nemmeno le testimonianze teste a descrivere il presidente Trump come un uomo a cui importa degli altri e che è pronto a far sentire la sua vicinanza in un momento difficile. Un esempio di ciò è stato il racconto del rappresentante dell’Ohio Jim Jordan: “Due anni fa nostro nipote, Eli venne ucciso in un incidente d’auto. Viveva a poco più di un chilometro da noi. Era cresciuto con il wrestling e aiutando i nostri ragazzi, era campione statale a livello di liceo. Tre giorni dopo mi chiamò il presidente e parlammo di questa tragedia. Lui mi chiese come stavano reagendo i genitori”. Jordan poi chiese a Trump di parlare con il padre e la madre del ragazzo per “rendere meno terribile un giorno terribile”. “Qual è il nome?” chiese il presidente e poi chiamò la famiglia. “Dopo la telefonata tutta la famiglia rimase cinque minuti in silenzio” ha detto Jordan.


Fra i modelli presentati durante la serata c’è pure quello della vera casalinga del Michigan, appassionata di politica e diventata capo del partito repubblicano (la secondo donna in quella carica nell’arco di 164 anni). Lei si chiama Ronna McDaniel e ci tiene a dire che Donald Trump non la ha scelta perché è una donna ma perché è la persona migliore per quel ruolo. La McDaniel nel suo intervento ha voluto rilevare come i democratici, durante la loro convention della settimana scorsa, abbiano passato un sacco di tempo a criticare Trump ma molto poco a parlare di programmi.
Nel suo discorso non sono mancate le critiche alle intenzioni dei democratici di mettere al bando i combustibili fossili, eliminare le polizze assicurative private, finanziare con i soldi dei contribuenti la copertura sanitaria per persone che arrivano negli Stati Uniti illegalmente, tagliare i fondi alla polizia.
Inoltre, ha osservato Ronna McDaniel, i dem hanno voluto presentare Joe Biden come un ‘nice guy’ (bravo ragazzo) ma, dice lei, “alzare le tasse al 82% degli americano non è ‘nice’ (carino), eliminare 10 milioni di posti di lavoro ben retribuiti legati a gas e petrolio non è carino, politiche che costringono il lavoro a lasciare il nostro Paese o che consentono l’aborto fino al punto della nascita non è carino”.
E la responsabile dei repubblicani trova anche il tempo per spiegare perché Trump, una brava persona che ha reverenza per il suo incarico, rispetto per le forze armate e che sa essere vicino alle persone e dare conforto nei loro brutti momenti, a volte “può essere duro” come con la Cina. Trump “è duro quando deve migliorare commerciali ingiusti, duro quando cerca di difendere i nostri confini. Il presidente Trump sarà sempre duro quando nel lottare per il popola americano perché ‘nice guys’ come Joe Biden hanno più a cuore Paesi come la Cina e l’Iran che gli Stati Uniti d’America”. Tutti concetti semplici e chiari rivolti all’elettorato a cui i repubblicani fanno tradizionalmente riferimento.


Per toccare invece l’argomento pandemia gli organizzatori hanno pensato di chiamare un’infermiera del West Virginia e farle rendere testimonianza. Questa infatti ha avuto parole di ringraziamento per la gestione del presidente “lasciatemi essere chiara, come professionista in campo sanitario, vi posso dire senza esitazione che l’intervento veloce e la leadership di Donald Trump hanno salvato migliaia di vite durante’epidemia di Covid-19.” Subito dopo è partito un video in cui si riassumevano tutte le iniziative prese da Trump, si criticava sia l’operato dell’OMS e si riportavano estratti di dichiarazioni fatte a inizio pandemia da alcuni amministratori democratici (Andrew Cuomo, Bille de Blasio, Nacy Pelosi) in cui si impiegavano toni non allarmistici verso il nuovo coronavirus, invitando la persone a non farsi prendere dal panico e continuare con la loro vita, il loro business. Questo dettaglio video è stato realizzato su misura per rispondere alle accuse sulla gestione Covid portare durante la convention democratica e chiamare in causa le figure Dem che con più energia hanno criticato l’operato del presidente sul fronte pandemico, mostrando come in una prima fase neppure i suoi avversari politici si rendessero conto del guaio in vista, ma che comunque hanno potuto beneficiare dell’intervento di Trump a supporto dei territori, in termini di logistica e forniture sanitarie.
Ognuno racconta la sua versione dei fatti, con più o meno licenza poetica. In democrazia si usa così e poi i votanti tirano le somme.
La sezione dedicata alla crisi sanitaria è poi proseguita con lo speech del dottor G.E. Ghali, chirurgo della Luisiana e consigliere di un’accademia medica e centro di ricerca dello stesso stato, che ha parlato in modo più tecnico di come l’amministrazione Trump abbia inciso positivamente sulla risposta al coronavirus, per esempio velocizzando le autorizzazioni all’uso di medicinali e trattamenti, accelerando il processo di sviluppo e test di vaccini e cure.


A livello di dialettica politica si sono potuti notare durante la serata due diversi registri; uno più soft come visto nel caso di Nikki Haley o Tim Scott e un altro più aggressivo, come nel caso di Donald Trump jr. Dunque da una parte si cera di essere più pacati con chi preferisce la calma, il ragionamento e dall’altra parte si fomenta, per la soddisfazione di coloro che hanno un atteggiamento più impulsivo nel vivere la loro appartenenza e fede politica.
La Haley si è presa incarico di difendere Trump sul fronte della politica estera: “Il presidente” ha detto l’ex portavoce alle Nazione Unite “è stato duro con la Cina, duro con l’Iran e ha vinto. Ha usato con il mondo le parole di cui il mondo aveva bisogno”. Poi ha parlato dell’ipotesi Joe Biden presidente come di “un bene per Iran e Isis” nonché un “grande per il partito comunista cinese”. Per Nikki Haley “Trump merita altri quattro anni alla Casa Bianca perché mette sempre l’America First. Trump ha fatto quello che Barack Obama e Joe Biden si sono rifiutati di fare con Corea, Iran, Israele, Cina e Isis. L’amministrazione Biden-Harris sarebbe molto peggio di quella Obama-Biden”.
Poi la Haley, i cui genitori provengono entrambi dall’India, ha voluto trattare anche il tema del razzismo, difendendo l’America di oggi. “Per molti del partito democratico è diventato di moda dire che l’America è razzista. Non è vero, questa è una bugia, non lo è e ve lo dico io che sono l’orgogliosa figlia di un’immigrata”.

Il figlio maggiore di Trump è invece stato quello che si è occupare di attizzare lo scontro “Joe Biden e la sinistra radicale ora vogliono toglierci la libertà di parola. Vogliono bullizzarci fino alla sottomissione. Se ci riusciranno, non ci sarà più la cosiddetta maggioranza silenziosa, ma una maggioranza silenziata. Questo deve finire. La libertà di espressione era un valore liberale, almeno fino a quando la sinistra radicale ha preso il sopravvento”.
“Se ci pensate,” ha detto Donald junior “l’intera piattaforma economica di Joe Biden sembra progettata per schiacciare l’uomo e la donna che lavorano. Ha sostenuto i peggiori accordi commerciali nella storia del pianeta. Ha votato per l’incubo NAFTA. Giù per i tubi è andata la nostra industria automobilistica. Ha spinto il TPP. Addio posti di lavoro nel settore manifatturiero. ‘Pechino Biden’ è così debole nei confronti della Cina da far recentemente valutare all’intelligence che il Partito comunista cinese favorisce Biden. Sanno che ci indebolirà sia economicamente che sulla scena mondiale”.
Questa dichiarazione del figlio di Trump, che cita l’intelligence americana, si riferisce nello specifico a un rapporto da poco resto noto e stilato dal National Counterintelligence Security Cente in cui si affermava che Cina, Russia e Iran stanno lavorando per influenzare le prossime elezioni. Nel documento si spiegava che la Cina “preferisce” che Trump, descritto come “imprevedibile”, non sia rieletto. Pii, nelle stesse pagine, si faceva pure menzione di come la Russia fosse più propensa a un secondo mandato per Trump, ma questa parte Donald junior non l’ha citata.
Secondo il figlio di Donald Trump “Biden vuole far entrare più immigrati illegali per togliere posti di lavoro ai cittadini americani. Le sue politiche di frontiera aperta farebbero diminuire i salari per gli americani in un momento in cui i lavoratori a basso reddito stavano ottenendo aumenti salariali reali per la prima volta nella storia moderna.” Inoltre, riferendosi a Biden ha detto Si è impegnato ad abrogare i tagli alle tasse fatti dal presidente Trump, che sono stati i più consistenti della nostra storia”. Poi ha continuato :“Dopo otto anni di crescita lenta sotto l’amministrazione Obama – Biden, le politiche di Trump sono state per l’economia come carburante per i missili e in particolare per la classe media. Biden ha promesso di riprendersi quei soldi dalle vostre tasche e di tenerli nella palude. Ma questo ha un senso, considerando che Joe Biden è fondamentalmente il mostro di Loch Ness della palude. Nell’ultimo mezzo secolo, è stato in agguato lì dentro. Alza la testa ogni tanto per candidarsi alla presidenza, poi scompare e non fare molto nel mezzo.”
In chiusura l’appello di Donald junior agli elettori: “Quindi, se state cercando la speranza, guardate all’uomo che ha fatto ciò che la fallita amministrazione Obama-Biden non avrebbe mai potuto fare e ha costruito la più grande economia che il nostro paese avesse mai visto. E il presidente Trump lo farà ancora”.

A chiudere la serata è stato un tranquillo e accomodante Tim Scott, senatore del South Carolina, che ha sottolineato le differenze fra l’America immaginata da Trump e quella ipotizzata da Joe Biden, ma lo ha fatto con garbo, con toni felpati, cercando di fare appello a coloro che, soprattutto in un periodo di crisi, di incertezza e pessimismo, vogliono essere rassicurati.“I believe in the goodness of America” (credo nella bontà dell’America). Del resto, come ha avuto modo di dire Gail Gitcho (già stratega per i repubblicani) l’umore della nazione rende imperativo per il presidente proporre un tono ottimista durante la sua convention. “Il momento più importante per l’ottimismo è quando il pessimismo dilaga. Questo è il momento in cui è più necessario e funziona meglio”.


Fonti: ABC, CBS, CNN, AP, REUTERS 25/08/2020

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