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San Marino

San Marino: campione di ciclismo spara al gatto del ministro e lo uccide

Pubblicato il Febbraio 28, 2023

“Posizionandosi con la carabina ad aria compressa del tipo Hatsan BT65 SB Elite in prossimità della finestra dell’appartamento in cui risiede a San Marino… l’imputato esplodeva colpi in direzione via Istriani, colpendo intenzionalmente al cranio un gatto che ivi transitava…”.

E’ l’assurda vicenda avvenuta nella Repubblica di San Marino.

Poco dopo “giungeva una richiesta di intervento da parte di un cittadino”, si legge ancora nel comunicato della Gendarmeria.

Quella che con la pattuglia “Lince 1 Sera” si fionda sul luogo degli spari. Parte una meticolosa inchiesta penale che arriva alla recente sentenza di condanna. Piccola storia di ordinaria follia nella Repubblica di San Marino, con sei elementi che la rendono un po’ meno ordinaria, così come ricostruisce il Corriere.

1) Il povero gatto è morto sul colpo con “evidente segno – si legge nelle carte dell’inchiesta – di un foro di proiettile nel capo”.

2) A sparare è stato un ragazzo di 21 anni, Antonio Tiberi, campione sportivo, ma non del tiro: ciclista professionista, bronzo agli europei 2018 e oro nella crono juniores ai mondiali 2019; ha partecipato a Vuelta e Giro di Lombardia.

3) Tiberi è italiano ma residente a San Marino dal marzo 2022, attratto, come molti altri ben retribuiti sportivi (ciclisti ma anche piloti di moto come Enea Bastianini e il giapponese Tatsuki Suzuki), da un regime di tasse agevolate introdotto a fine 2020 dal governo in carica con la legge “residenze atipiche”.

4) Il gatto ammazzato da Tiberi era stato “adottato” dal ministro del Turismo e delle Poste Federico Pedini Amati, 46 anni, ex capo di Stato.

5) A chiamare i gendarmi quella sera del 21 giugno scorso è stato proprio il ministro.

6) La condanna: 4.000 euro.

Del delitto felino pochissimo è trapelato. Già si intravedono, però, due partiti: quello del “tutto sommato è stata una ragazzata” e quello del “adesso togliamogli la residenza”. Il ciclista-tiratore aveva regolarmente acquistato la carabina (depotenziata), una settimana prima del fattaccio. Ammette le responsabilità nell’interrogatorio a novembre, quando l’ indagine lo aveva già sgamato incrociando A) residenti B) titolari di armi C) linea di tiro.

“Il mio intento – dichiara al giudice – era semplicemente misurare la capacità di tiro dell’arma, tanto che ho preso di mira un cartello di divieto…ammetto anche di avere (altrettanto stupidamente e incoscientemente) provato a colpire un gatto… e con mia sorpresa l’ho effettivamente colpito… non avevo nessuna intenzione di uccidere l’animale, anzi ero convinto che l’arma non fosse letale”.

A San Marino il codice penale punisce “con l’arresto di secondo grado o con la multa chiunque sottopone gli animali a strazio o sevizie … ovvero senza necessità li uccide”. Tiberi, che non ha precedenti, pagherà in poche pedalate i 4.000 euro. In Italia avrebbe affrontato il 544 bis col rischio di doversi allenare in cyclette per un certo periodo: «Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni».

“Il gatto non dava fastidio a nessuno – dice il ministro Pedini Amati – era con noi da tanto tempo. Mia figlia Lucia, tre anni, lo adorava. Non si può ammazzare un animale domestico e cavarsela con 4.000 euro di multa. Ho apprezzato che il ragazzo abbia ammesso il fatto, detto questo non abbiamo bisogno di dare la residenza a queste persone”. Intanto la carabina è stata definitivamente confiscata.

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