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UNITI SI VINCE DIVISI SI PERDE

Pubblicato il 10 Marzo, 2021

Spesso critichiamo le posizioni che non condividiamo, ma non ci limitiamo mai a dire che una determinata affermazione o iniziativa non ci piace, cerchiamo sempre di dare una visione alternativa di come, secondo noi, sarebbe opportuno affrontare una situazione.

Per quanto riguarda le nostre proposte sulla vertenza “fabbrica” collegata ad un “piano di rinascita” per il territorio esse sono pubbliche e facilmente accessibili dalla pagina face book della nostra associazione, oltre ad essere state direttamente inviate a tutte le OOSS, partiti politici e associazioni con cui abbiamo sempre e con convinzione interagito nel tempo; riteniamo quindi in questo comunicato necessario focalizzarci su altri aspetti.

Se da una parte accogliamo con favore il fatto che finalmente qualcosa si muova, da parte delle OOSS sulla vertenza JSW, d’ altro canto la nostra memoria fa un salto nel passato a quella che fu l’ occupazione del comune; una continua passerella di forze politiche che portò solo una ventata di ottimismo e buoni propositi senza, purtroppo, alcun risultato.

Da come è stata impostata l’ iniziativa temiamo che possa essere una replica di quello che successe anni fa. Tale iniziativa doveva essere preceduta da una assemblea dei lavoratori per concordare contenuti, obiettivi, tempi e modalità della lotta, aspetto questo irrinunciabile per garantirne il successo. Invece nessuno prima di lunedì mattina ne era informato, ne tutte le organizzazioni sindacali rappresentative, se pur di minoranza, in azienda, ne tanto meno i lavoratori;

Il fatto che sia stato allestito un gazebo all’interno della portineria con il probabile consenso della direzione, ci fa pensare, nonostante le critiche dirette alla gestione JSW, che neanche questa iniziativa sia effettivamente diretta ad “attaccare” l’ azienda, ci chiediamo con quali finalità? Se si fosse voluto colpire l’azienda per farla uscire dall’inerzia con cui sta condannando a morte sicura lo stabilimento si doveva procedere a proclamare uno sciopero, bloccando i mezzi in entrata ed uscita dallo stabilimento, non permettendo lo scarico della nave che nei prossimi giorni porterà i blumi. Non si è ancora capito che senza una vera lotta non si ottiene nulla?

Non vorremmo che l’iniziativa fosse funzionale solo a fare avere all’azienda i soldi che da molto chiede, che pensiamo non saranno investiti nell’interesse dei lavoratori, della città o per il rilancio della fabbrica. Quali sono gli obbiettivi che i Sindacati intendono portare avanti? Noi temiamo che se non riusciremo ad individuare piattaforme che sappiano coniugare il rilancio della fabbrica con lo sviluppo generale del territorio, la diversificazione ed il rispetto dell’ambiente inaspriremo il contrasto tra fabbrica e città ed andremo incontro ad una sconfitta.

Per tutto questo oltre al presidio in fabbrica è necessaria la presenza dei lavoratori anche in città, affinché sia possibile nel confronto vedere come una nuova fabbrica moderna ed ecocompatibile sia nell’interesse dell’intero territorio.

Chiediamo di nuovo: cosa proporrete a JSW ed al Governo nel prossimo incontro? Dare soldi a questo imprenditore del tutto inaffidabile? Dare i sostanziosi finanziamenti senza che lo Stato, attraverso almeno il 51% delle azioni, si faccia garante del piano industriale? Sosterrete ancora che il Treno Rotaie può continuare a produrre profilati che rispettano le tolleranze e gli standard richiesti perché basta solo una manutenzione straordinaria? Noi riteniamo che solo il completo rifacimento del TPP possa garantire non solo l’acquisizione della commessa RFI ma anche il loro mantenimento nel tempo e la conquista di altre quote di mercato. Ricordiamo che nell’ultima commessa triennale di RFI l’ azienda ha ricevuto alcune contestazioni.

Avete considerato che necessariamente il forno elettrico non può che essere in linea con i laminatoi, pensate che possa nascere a ridosso della città e che possa alimentare un treno rotaie del tutto obsoleto?

Infine nel confronto con il governo non considerate che comunque il nuovo stabilimento non potrà assorbire tutta l’attuale manodopera, non prevedendo un progetto complessivo che parli di bonifiche (che se fatte correttamente e con adeguati corsi di formazione possono dare lavoro anche a manodopera locale), smantellamenti, nuovi insediamenti produttivi sui territori bonificati, chi è fuori ma anche chi è dentro rischia di fare, purtroppo, la fine dei lavoratori dell’indotto. Non possiamo accettare la logica dei due tempi.

Gravissimo il comunicato di FIM FIOM e UILM non solo perché invitano chi non la pensa come loro di non presentarsi al presidio ma di organizzare ognuno per conto proprio le iniziative, indebolendo di fatto un fronte comune per la rinascita della fabbrica e della città. In questo modo escludete dal presidio tutte le forze politiche, sindacali ed associazioni che ritengono indispensabile riaffermare il controllo dello Stato sullo stabilimento, ma non solo, escludete perfino i molti lavoratori che condividono tale idee e hanno sempre partecipato a tutte le lotte quindi persino parte dei vostri iscritti e dei cittadini. Di fronte alla situazione drammatica a cui siamo arrivati non siete capaci di fare un minimo di autocritica ed incolpate tutti gli altri.

Come associazione Camping Cig ci impedite di venire al presidio perché ci avete invitato a non farlo. Noi saremo comunque presenti come lavoratori a portare avanti le nostre idee nell’interesse di tutti.

Coordinamento Articolo 1 Camping Cig

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