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Chiude la 77 Mostra del cinema di Venezia ed è TotoLeone

Mancano solo poche ore alla cerimonia di premiazione di #Venezia77, condotta da Anna Foglietta. Come da tradizione, quando la Mostra del cinema è in fase di concusione impazza il TotoLeone.

Pubblicato il 12 Settembre, 2020

Mancano solo poche ore alla cerimonia di premiazione di #Venezia77, condotta da Anna Foglietta. Come da tradizione, quando la Mostra del cinema è in fase di concusione impazza il TotoLeone.

Il Leone d’oro di questa edizione sembra intravedersi già tra le mani di Chloè Zhao per “Nomadland“, passato venerdì come ultimo film in concorso. Ma buone possibilità per un premio sembrano averle anche “Nuevo Orden” di Michel Franco e l’italiano “Notturno” di Gianfranco Rosi che a fine proiezione ha registrato ben 10 minuti di applausi. Sempre più addetti ai lavori puntano invece su “The World To Come” di Mona Fastvold.

Il film della regista Zaho, con protagonista un’altra donna come Frances McNormand, ha dalla sua una storia di loser pieni di orgoglio che sono i workamper con, in sottofondo, la crisi che stiamo vivendo e la paura di di ciò che sarà nel post-Covid.

Anche “Nuevo Orden” di Michel Franco (che ha appena vinto il Leoncino d’oro di Agiscuola), punta sui sui possibili scenari del dopo-Covid. Ovvero la nascita spontanea e violenta in Messico di una guerra tra ricchi e poveri, la relativa legittima repressione e, infine, la presa del potere da parte dei militari. 

Notturno” di Gianfranco Rosi, film girato nel corso di tre anni ai confini fra Iraq, Kurdistan, Siria e Libano, racconta, sotto forma di quadri esteticamente perfetti, i dolori del mondo.

Ci sono speranze anche per un altro film italiano: “Miss Marx” di Susanna Nicchiarelli, con la storia di Eleanor, figlia dell’autore del Capitale, una donna proto femminista impegnata nel sociale, ma sentimentalmente dal cuore fragile. In corsa anche per la Coppa Volpi l’attrice inglese Romola Garai.

Sempre più addetti ai lavori puntano poi su “The World To Come” di Mona Fastvold, inedita storia d’amore al femminile western di fine Ottocento, film bianco e nero pieno di silenzio, freddo e solitudine. Anche per Vanessa Kirby (che corre anche per “Pieces of Woman“) c’è sentore di Coppa Volpi.

Buone le possibilità per “Cari compagni!” di Andrei Konchalovsky e “Quo Vadis Aida?” di Jasmila Zbanic. Il primo ci porta a Novocherkassk nel 1962 quando, durante una manifestazione operaia in una fabbrica di locomotive, scoppia una sparatoria sui dimostranti ordinata dal governo e perpetrata dal Kgb per reprimere lo sciopero.

Zbanic, invece, racconta l’orrore della guerra dell’ex Jugoslavia, attraverso la storia di una donna straordinaria, interpretata dall’attrice serba Jasna Duricic (terza donna meritevole della Coppa Volpi), che si ritrova a combattere per marito e figli.

Molti critici esteri puntano su “The Disciple” di Chaitanya Tamhane che racconta i segreti della musica classica indiana.

Sul fronte Coppa Volpi maschile due nomi su tutti: Pierfrancesco Favino, protagonista assoluto di “Padrenostro”, e Alec Utgoff, protagonista del film polacco “Never Gonna Snow Again” di Malgorzata Szumowska e Michael Englert: Zhenia, massaggiatore ucraino che ha super poteri probabilmente acquisiti alla nascita durante il disastro nucleare di Chernobyl.

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