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Carceri in Sicilia – Stato di agitazione della polizia penitenziaria e istituzione garante diritti detenuti a Palermo

Quello della situazione critica delle carceri italiane è un tema di cui, purtroppo, ci siamo già ritrovati a parlare. Già ad Aprile infatti il suicidio di un agente di polizia penitenziaria del carcere Pagliarelli di Palermo, di cui parlammo in questo nostro articolo, avrebbe dovuto far luce sulla preoccupante situazione dello stress psicofisico degli agenti della penitenziaria in Sicilia e in Italia. La fotografia generale nazionale ci parla delle carceri come ambienti assolutamente invivibili, nei quali un numero non adeguatamente sufficiente di agenti di polizia penitenziaria (peraltro non più giovanissimi) affronta ogni giorno turni di lavoro carichi di stress e tensioni, sempre a contatto con un numero eccessivamente elevato di detenuti, perlopiù in libera circolazione.

Pubblicato il 26 Aprile, 2024

Quello della situazione critica delle carceri italiane è un tema di cui, purtroppo, ci siamo già ritrovati a parlare. Già ad Aprile infatti il suicidio di un agente di polizia penitenziaria del carcere Pagliarelli di Palermo, di cui parlammo in questo nostro articolo, avrebbe dovuto far luce sulla preoccupante situazione dello stress psicofisico degli agenti della penitenziaria in Sicilia e in Italia. La fotografia generale nazionale ci parla delle carceri come ambienti assolutamente invivibili, nei quali un numero non adeguatamente sufficiente di agenti di polizia penitenziaria (peraltro non più giovanissimi) affronta ogni giorno turni di lavoro carichi di stress e tensioni, sempre a contatto con un numero eccessivamente elevato di detenuti, perlopiù in libera circolazione.

Nella giornata di ieri (18 Maggio) l’attenzione sulle criticità delle strutture penitenziarie, e soprattutto dei lavoratori delle stesse, è stata però portata all’attenzione della comunità a livello regionale e cittadino.

Tramite un comunicato unitario sul sito della CGIL Funzione Pubblica Sicilia è stato preannunciato dai sindacati dei poliziotti penitenziari (Sappe, Osapp, UilPa PP, Uspp, Fns Cisl e FP CGIL) uno stato di agitazione previsto per la prima decade di Giungo, volto a sensibilizzare i vertici politici ed istituzionali circa le grandi criticità del lavoro quotidiano nelle case circondariali italiane. In particolare i dipendenti siciliani lamentano la carenza di circa mille unità di agenti di polizia penitenziaria e il conseguente eccesso di lavoro per gli agenti impiegati nelle prigioni siciliane.

Secondo la CGIL Funzione Pubblica Sicilia il personale di polizia penitenziaria in Sicilia ha un età media di oltre 53 anni ed è costretto a turni di lavoro in postazioni di servizio diverse e sempre a contatto con detenuti più giovani e spesso violenti. Sul comunicato si legge che “Oggi in Sicilia ai Poliziotti Penitenziari non vengono concessi i diritti minimi, cioè riposi e/o licenze, logorando fisicamente i Poliziotti, con una forte percentuale altissima di assenza per malattie psicofisiche… Le OO.SS (Organizzazioni Sindacali) sottoscritte, che rappresentano quasi il 90% del personale di Polizia Penitenziaria in Sicilia, confermano che la preoccupante situazione da tempo denunciata, a breve potrebbe comportare l’impossibilità di poter gestire adeguatamente le carceri.”

E sempre nella giornata di ieri, è stata approvata dal Consiglio Comunale di Palermo la proposta di delibera “Regolamento Comunale per l’istituzione del Garante dei diritti dei detenuti e delle persone private della libertà“, istituendo di fatto la figura per la tutela dei diritti dei carcerati. Di seguito alcune dichiarazioni politiche arrivate in redazione:

“Finalmente Palermo ha il Garante per i diritti dei detenuti. E’ importante portare sempre avanti le battaglie per i diritti degli ultimi. L’istituzione del garante dei detenuti non poteva essere più rimandata, soprattutto in questo momento storico di grandi difficoltà legate anche alla pandemia. Una figura di mediazione che nella nostra città potrà agire al fine di tutelare gli ultimi, le loro famiglie e i lori diritti, troppo spesso calpestati. Auspichiamo che la figura del garante faccia da pungolo per le istituzioni al fine di creare occasioni di inserimento lavorativo e di formazione necessaria per acquisire quelle competenze che sono indispensabili per il reinserimento nella società”. I consiglieri del PD a Palazzo delle Aquile, Rosario Arcoleo e Milena Gentile

“Esprimo soddisfazione perché finalmente il Comune di Palermo si è dotato di un regolamento per l’istituzione di un garante dei diritti dei detenuti. È un segno di profonda civiltà e democrazia espressa da questo Consiglio comunale. Contestualmente a questo regolamento, oggi, la Lega ha presentato un ordine del giorno a favore degli uomini e delle donne della polizia penitenziaria, ordine del giorno che è stato votato dalla maggioranza del Consiglio con 16 voti favorevoli e 8 contrari. 8 voti contrari che ci hanno lasciati esterrefatti. Peggio di tutti ha fatto Sinistra comune, che non smentisce mai la sua matrice ideologica,  che addirittura con una dichiarazione di voto ha annunciato la sua astensione sul documento proposto dalla Lega.  I sacrifici che ogni giorno fanno gli uomini e le donne della polizia penitenziaria per garantire la democrazia dei cittadini, ma anche dei detenuti, non possono essere ignorati in questo modo, specie a Palermo dove le aggressioni a carico degli uomini della penitenziaria sono quasi all’ordine del giorno. La Lega esprime ancora una volta vicinanza a tutti gli uomini in divisa e disappunto per chi non è stato in grado di farlo oggi in aula”. Igor Gelarda capogruppo Lega a Palazzo delle Aquile.

“Siamo soddisfatti per l’avvenuta adozione da parte del Consiglio comunale di Palermo del Regolamento del Garante comunale dei diritti dei detenuti e delle persone private della libertà personale. Dopo l’istituzione del Garante nazionale e regionale, anche a livello locale sarà possibile individuare una figura dotata di autonomia e indipendenza di giudizio che avrà il compito di vigilare sul rispetto di diritti imprescindibili. Come sempre il MoVimento 5 Stelle non ha fatto mancare il proprio contributo nell’elaborazione di proposte migliorative dell’atto che hanno reso più chiari gli ambiti di competenza e i requisiti richiesti a una figura di garanzia che deve avere le mani libere per operare al meglio. Al contempo, con il nostro voto favorevole all’ordine del giorno approvato, abbiamo manifestato piena attenzione verso le problematiche vissute dagli agenti di Polizia Penitenziaria nell’ambito del loro lavoro, e circa la necessità di favorire azioni concrete a sostegno e tutela del personale che opera in questo ambito”. Rosalia Viviana Lo Monaco, capogruppo M5S a Palazzo delle Aquile.

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