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“Dov’è Vanessa? Non possiamo far finta che non sia successo nulla”

Pubblicato il 28 Agosto, 2021

I funerali di Vanessa Zappalà, la 26enne barbaramente uccisa con 7 colpi di pistola dal suo ex Antonino Sciuto, che poi si è suicidato impiccandosi.

Una vicenda sconvolgente, una coltre pesantissima sulla piazza gremita del Santuario di Trecastagni, il centro in provincia di Catania dove il vicario dell’Arcidiocesi di Catania, monsignor Salvatore Genchi, ha cercato di trovare le parole davanti a una bara bianca che pretende riflessione e cambiamento.

“Dov’è Vanessa?”

Se lo chiede il prete. Se lo chiedono i genitori, gli amici, chi l’ha conosciuta al lavoro, dove accoglieva col sorriso i clienti nel panificio della sua Trecastagni.

Se lo chiedono chi la vedeva percorrere spensierata con le amiche del cuore il lungomare di Acitrezza che così tanto amava e che è stato trasformato in una trappola mortale dal suo assassino. Non dall’ex. Dal suo assassino, da chi, così come ha sottolineato il monsignore non capisce che “l’amore non è possesso, è un dono. L’amore è donarsi”.

Se lo chiedono coloro che vengono investiti dal dolore provocato dalla barbarie, dall’abbrutimento, che non è solo della vittime, è anche di chi si sente parte di una comunità, di una società e, quindi, non può, non vuole restare indifferente.

Vanessa e le altre fanno parte di noi.

E no, “non si può far finta che non sia successo nulla”.

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