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Favori in cambio di voti e minacce di morte nell’operazione Terra Bruciata: indagati sindaco, presidente del consiglio comunale e consigliere a Randazzo

I dettagli dell’operazione Terra Bruciata, condotta dai Carabinieri di Randazzo e resa pubblica qualche giorno fa.

Pubblicato il 28 Ottobre, 2022

L’operazione Terra Bruciata, condotta dai Carabinieri di Randazzo e resa pubblica nella giornata di mercoledì, fa ancora parlare di sé. Tra gli indagati dai militari ci sono infatti anche il primo cittadino di Randazzo, Francesco Giovanni Emanuele Sgroi, il presidente del consiglio comunale Carmelo Tindaro Scalisi e un ex consigliere comunale Marco Crimi Stigliolo.

Le interferenze del gruppo criminale sull’amministrazione comunale di Randazzo emerse in occasione delle elezioni amministrative del 2018 hanno portato tutti e tre ad avere un avviso di garanzia alla notifica di un avviso di garanzia e a doversi presentare per un interrogatorio in Procura. L’accusa principale rivolta ai tre è quella di aver avuto dei benefici dopo aver procurato posti di lavoro e la fruizione di alloggi popolari.

Dopo l’elezione dell’attuale consiglio comunale nel maggio del 2018 Samuele Portale e Giovanni Farina, legati a Crimi Stigliolo e a Carmelo Scalisi, si creano delle forti aspettative. La promessa di lavoro a Farina è quella nella ditta di smaltimento di rifiuti Ecolandia, che aveva avuto l’appalto del servizio nel comunale randazzese ovviamente in cambio di voti. Ma questa promessa è stata mantenuta soltanto in parte perché il contratto in seguito non venne rinnovato dal Comune. Così Farina e Antonino Romano in un’intercettazione telefonica si lamentano del fatto che Sgroi era stato eletto perché aveva comprato i voti e che non aveva mantenuto le promesse fatte. Parlando di questa hanno citato la vicenda relativa al fatto che un nipote venditore ambulante di Sangani non aveva avuto il posto fisso che gli era stato prospettato e che invece aveva ricevuto un controllo da parte della Polizia Municipale nell’ambito della sua attività.

Samuele Portale è stato invece autore di una pretesa di ottenimento di un alloggio popolare tramite il consigliere comunale Carmelo Scalisi. Il giudice per le indagini preliminari ha infatti detto come l’assegnatario dell’alloggio che avrebbe dovuto cedere la casa a Portale fosse stato anche minacciato di morte. Così la vittima, nel frattempo trasferitasi in Germania, decide di denunciare le minacce rivolte sia a lui che ai familiari ai Carabinieri. Portale in un primo momento si dispera per non poter uccidere l’uomo, ma durante un’altra telefonata intercettata conferma la sua volontà di fargliela pagare.

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