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Migranti in nave, richieste di Musumeci e Arci al governo

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Migranti in nave: le richieste antitetiche di Musumeci e Arci al governo. Per il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, «servono nuove navi per la quarantena. Malgrado i continui arrivi in Sicilia, il governo centrale si ostina a non dotarsi di ulteriori navi – come da noi richiesto – per ospitare i migranti per la quarantena obbligatoria. Emerge chiara, quindi, che la volontà di Roma è quella di destinare centinaia di queste persone nei malsani e insicuri hotspot dell’Isola. Con l’aggravante che eventuali soggetti positivi sarebbero difficili da gestire senza contagiare tutti gli altri», afferma Musumeci in riferimento all’arrivo a Lampedusa di nuovi migranti a bordo di sette barchini. Migranti in nave che allarmano.
«Se così fosse sarebbe un intollerabile atto di cinismo da parte del governo nazionale, destinato a compromettere la promettente ripresa turistica pur di risparmiare sul costo della locazione delle navi. Faccio appello al presidente del Consiglio e a tutti i parlamentari nazionali eletti in Sicilia per scongiurare una batosta economica che sarebbe peggiore di quella determinata dall’epidemia», conclude Musumeci.

L’Arci sui migranti e le proposte al governo

«”Chi è causa del suo male pianga sé stesso”. La nave quarantena è una soluzione che lascia spazio a speculazioni e comporta senza dubbio maggiori rischi. Lo avevamo detto e ribadito più volte. Oltre a essere inutile e illegittima, dà anche la possibilità ai razzisti di professione di usare argomenti strumentali a favore della logica anti immigrati. Riprendono la parola quelli che, con il loro cinismo anti italiano, in questi mesi di crisi reale (dove peraltro gli untori per il resto del mondo siamo stati noi italiani) sono scomparsi dal dibattito pubblico», scrive su Facebook Filippo Miraglia, esponente dell’Arci nazionale ed esperto sul tema.
«Se queste persone risultate positive, come quasi tutte quelle sbarcate in questi mesi, fossero state sulla terra ferma, in quarantena in strutture vicine a ospedali, senza interventi speciali, sarebbe stato tutto più facile e “normale”. E meno costoso. Rimediare è ancora possibile: il governo ritiri il decreto interministeriale del 7 aprile scorso, quello contro il quale l’Arci ha presentato ricorso, e organizzi la quarantena, per chi sbarca e per tutte le persone soccorse in mare, in strutture sulla terra ferma, come per chiunque altro. Smettete di fare un favore alla campagna elettorale stabile dei razzisti di professione», dicbiara Miraglia.

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Redazione Palermo

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