Paragone chiama Draghi: “Spieghi quella dei condizionatori o li faccio spegnere in Parlamento”

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“Dopo la surreale uscita del Premier sui condizionatori, chiederò ai presidenti di Camera e Senato di togliere l’obbligo di giacca e cravatta e di ridurre la portata dei condizionatori d’aria in Parlamento, negli uffici ministeriali e nelle P.a.”, così Gianluigi Paragone.

Il leader di Italexit si riferisce alla risposta di Mario Draghi, durante la recente conferenza stampa al termine del Consiglio dei minsitri, a un giornalista del Fatto Quotidiano sulla posizione del governo italiano su un eventuale blocco dell’import di gas e petrolio dalla Russia: “Quello che vogliamo è lo strumento più efficace per la pace. Ci chiediamo se il prezzo del gas può essere scambiato con la pace. Di fronte a queste due cose, cosa preferiamo la pace o star tranquilli con l’aria condizionata tutta l’estate? Lei cosa si risponde su questo? Preferisce la pace o il condizionatore acceso? È questa la domanda che ci dobbiamo porre”.

Draghi deve smetterla con assurde demagogie e dare risposte chiare sul futuro del Paese – afferma Paragone – In queste settimane si è schierato a favore della produzione e dell’invio di armi all’estero calpestando l’articolo 11 della Costituzione. Ora è fra i principali fautori della linea dura e adombra l’embargo sul gas russo. Ma se venisse meno la fornitura del 40% di gas usato nel nostro Paese sarebbe una catastrofe per l’economia, oltretutto in un periodo in cui è certificato un forte calo del Pil”.

“Il governo non ha i fondi per far fronte al caro energia, e si sta inventando una serie di interventi che non producono alcun beneficio per i bilanci di famiglie e imprese – continua – Draghi non propone uno scostamento di bilancio né l’uso dei fantomatici soldi del Pnrr perché quei soldi non ci sono, e l’Europa non può intervenire senza provocare una crisi di nervi a tedeschi, olandesi e a tutti i sacerdoti del rigorismo”.

“Allora, senza il gas russo come pensa di tenere in vita imprese e strutture produttive? Comprando gas a un prezzo supermaggiorato dagli Usa o ricorrendo ad altre fonti energetiche? Pensa forse di riproporre il nucleare? Abbia il coraggio di parlare chiaramente – conclude – Non ci dica che il carbone o i rigassificatori possono rappresentare una soluzione al problema: per riattivare una centrale a carbone, per fare solo un esempio, sono necessari due anni di lavoro”.

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Redazione Nazionale

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